Settembre, mese di angosce e di valigie

Gabriele Scavuzzo

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Settembre, mese di angosce e di valigie
E chi fa? Rubrica domenicale a cura di Gabriele Scavuzzo

18 Gennaio 2016 - 00:00

Settembre: mese di angosce e di valigie

 

Dopo qualche settimana di pausa, riprende la nostra rubrica “E chi fa?”. Tante cose sono accadute in questi giorni di estate, tanti sarebbero i temi da affrontare che non basterebbero libri interi. Dal pasticcio in salsa Crocettiana del Piano Giovani fino alle guerre in corso lungo tutto l’emisfero, passando per le riflessioni sulla condizione umana che alcune tragedie, spesso anche molto vicine, ci suscitano, non mancherebbero gli argomenti da affrontare. Ma le storie vanno raccontate in tempi consoni, pena il perderne il vero gusto e la vera spinta emotiva. E quindi, ci piaceva ricominciare con qualcos’altro, sicuramente più attuale e vivo rispetto alle tante questioni, altrettanto importanti, già citate.

Settembre per noi Siciliani è un mese triste e malinconico. Non è per via delle condizioni metereologiche le quali, ancora una volta, ci rendono più fortunati rispetto ad altri nostri concittadini residenti in parti più Nordiche della nostra Penisola. Il motivo non è nemmeno la ripresa delle attività lavorative le quali, quando si ha la fortuna di averle a disposizione, in svariati casi mantengono il ritmo e le cadenze Meridionali. La vera motivazione della malinconia Settembrina in Sicilia, va trovata da qualche altra parte: va osservata negli occhi di una mamma che vede partire il proprio figlio con la valigia in mano, costretto ad andare per poter esercitare il suo diritto al lavoro; va scrutata nello sguardo di un amico, di un fidanzato, di una sorella, ecc.. che vede partire il proprio caro per andare da qualche altra parte, lontano dalla sua Terra, da quei profumi che non troverà da nessun’altra parte. Una Terra diversa da tutte le altre: per la sua storia, per la sua collocazione insulare, per le sue contraddizioni e bellezze, essa risulta sempre tatuata in chiunque vada via e l’abbandona. Un abbandono che sempre è accompagnato da una speranza, quella del ritorno a casa.

Quanti ragazzi, giovani, adulti sono dovuti scappare, e continuano a farlo in ogni Settembre di ogni anno, da questa Terra cosi straordinaria, bella, affascinante, ma cosi contraddittoria e malevola perché non ha la forza di tenersi stretta i suoi figli? Quante privazioni di libertà dovrà subire ancora questa popolazione, così martoriata da guerre e dominazioni nei tempi passati, e che da due secoli deve fare i conti con l’angoscia e la malinconia della lontananza e dell’abbandono, ormai diventato regola, quasi abitudine a cui si aderisce senza proferir parola? Quanto tempo dovrà passare per vedere un giovane andare via dai nostri luoghi, non perché gli è stato imposto da una condizione sociale ed economica, ma perché semplicemente l’ha deciso attraverso la sua libertà di scelta?

Settembre, mese di malinconia e di angoscia, ma anche di speranza. La speranza che un giorno tutte queste domande non avranno senso perché semplicemente superate. La speranza che le risposte, ormai trovate, diventino motivo di riscatto sociale, culturale ed economico di questa Terra, cosi bella e amata, ma al tempo stesso martoriata e tormentata.

“Ogni petra ca si strude, ogni aciddu ca va fori, ppi mia sunu peni duri si nni va un pezzu i cori”
(Santo Scarpello, poeta gangitano).

Ci vediamo ogni Domenica nella rubrica di Madoniepress “E chi fa???”. Per precisazioni, commenti, spunti e altro, scrivere a gabrielescavuzzo@libero.it.

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