Un´altra incompiuta a Palermo. Il roseto non si farà

Rosangela Scimeca

Palermo

Un´altra incompiuta a Palermo. Il roseto non si farà
LE NOSTRE INCHIESTE. Anni di lavoro, modifiche, perizie, visite di esperti. Si fa, poi non si fa. Adesso un'altra modifica. Storia di un giardino che ancora "non vede la luce"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Doveva essere piantata nell’autunno del 2011 la prima delle seimila rose che dovevano costituire il roseto del Fondo Terrasi, in viale Campania. Il progetto, i cui lavori sono iniziati nel febbraio del 2010, doveva concludersi entro l’anno 2011. Le specie da piantare erano state scelte da esperti come Vittorio Barni, massimo specialista di rose a livello nazionale, che aveva stilato una lista, assieme all’allora assessore al Verde del comune di Palermo Francesca Grisafi, delle rose che potevano essere piantate all’interno del roseto. A due anni di distanza, la giunta Orlando boccia l’idea di un giardino di rose e preannuncia, entro il prossimo inverno, l’apertura di uno spazio verde con poco cemento e tanti arbusti.

“L’area dove dovevano essere messe a dimora le varie tipologie di rose è una specie di bacino inadatto a ospitare questo tipo di fiore così delicato – fa sapere l’assessore alla Vivibilità Giuseppe Barbera -. L’eccessiva presenza di umidità, dovuta anche alla quantità di cemento presente, permette il proliferare di funghi particolarmente nocivi per le rose. Queste condizioni, quindi, di umidità, scarsa ventilazione, alte temperature nel periodo estivo e presenza di funghi non consentono alle rose di poter vivere in quest’area nelle migliori condizioni. Abbiamo avuto particolari perplessità in merito al progetto redatto dalla giunta precedente dal punto di vista tecnico/agronomico che ci ha portato a ripensare questo spazio verde non più come a un roseto, ma come ad un giardino che ospiterà diverse piante aromatiche che prenderanno il posto delle rose”.

Proprio sul punto di vista tecnico l’ex assessore al Verde, Francesca Grisafi, controbatte: “Le condizioni tecniche e climatiche del terreno di villa Terrasi sono adatte per favorire l’attecchimento delle rose. Non ci sono delle ragioni tecniche e scientifiche per non creare un roseto. L’umidità non è neppure un problema visto che le rose sarebbero state sottomesse per due metri e circondate da mura destinate a proteggerle. Avevamo contattato anche lo specialista Vittorio Barni che aveva verificato l’idoneità del luogo a ospitare questo fiore. Mi dispiace che non sorgerà in quest’area un roseto perché la creazione di un luogo simile avrebbe dato alla città maggiore qualità e sarebbe diventato sicuramente un’attrazione per i turisti. Ovviamente questo fiore necessita di una manutenzione affidata a personale qualificato. Forse l’attuale amministrazione non ha il personale adeguato per gestire questo tipo di giardino e aggira in questo modo l’ostacolo”.

Intanto dall’amministrazione comunale fanno sapere che il nuovo progetto del Fondo Terrasi modifica radicalmente il vecchio roseto. Un mese fa il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha mandato una lettera al Coime per l’avvio dei lavori che si concluderanno entro il prossimo inverno. Una parte del cemento presente verrà eliminata. Le rose ci saranno ma in quantità inferiore rispetto al progetto precedente, mentre saranno piantati più alberi e piante aromatiche.

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