Castelbuono, domenica l’inaugurazione del Museo del Risorgimento

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Castelbuono, domenica l’inaugurazione del Museo del Risorgimento

07 Dicembre 2016 - 13:19

Castelbuono “apre le porte” ad una nuova istituzione culturale. Grazie alla donazione dei cimeli garibaldini di proprietà di Francesco Romeo, ispettore onorario dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, ex sindaco e amministratore, nonché cofondatore del Museo Civico, domenica 11 dicembre 2016, alle ore 17 sarà inaugurato il Museo del Risorgimento “ I Viaggi”. La catalogazione dei cimeli e di tutta la collezione è stata curata da Giovanni Sottile, esperto d’arte.
Tutto il “patrimonio” culturale privato raccolto per tutta la vita durante i suoi “Viaggi” in Italia e per il mondo, è stato adesso raccolto ed esposto in quattro sale (sala documenti, sala dipinti, sculture ed immagini, sala armi ed oggetti, sala medaglie).
Sono sculture, bassorilievi, dipinti ed anche cimeli appartenuti ai componenti della spedizione e a garibaldini siciliani quali armi, cannocchiali, bussola da campo ed anche un cappello con coccarda tricolore sforacchiato dalle pallottole nemiche. Ma vi sono pure utensili della vita di tutti i giorni che ci restituiscono sprazzi di una certa quotidianità dell’Ottocento siciliano come calamai, penne, bicchieri, coltelli. Davvero interessante, invece, è la raccolta di medaglie coniate in tempi diversi in occasione di ricorrenze celebrative di Garibaldi e dell’impresa dei Mille o della stessa Unità d’Italia. – addirittura una preziosa biblioteca con mille volumi, le prime edizioni sono del 1861, fino ai giorni nostri.
Tra i tanti documenti meritano di esser segnalati per comprendere il grande valore, il proclama anonimo del 18 aprile 1860 affisso sulla porta della chiesa di Sant’Antonio Abate di Castelbuono che incitava il popolo alla rivolta, testimonianza importante di come il vento dell’insurrezione spirasse anche nella provincia e non solo a Palermo, prima ancora dell’arrivo di Garibaldi a Marsala. O l’altro proclama del 26 maggio 1860 rivolto ai castelbuonesi, che denunciava il comportamento antipatriottico, bollato come vergogna storica che si manifestava da parte di alcune famiglie le quali impedivano ai figli di andare a combattere con le “camicie rosse”.
Interessante anche è l’Ordinanza a firma Garibaldi, in applicazione del decreto dittatoriale del 29 maggio 1860, che minacciava la pena di morte verso chiunque si fosse reso colpevole di atti di sciacallaggio che di solito si verificavano durante i disordini e i sommovimenti popolari.

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