“All’ospedale Giglio di Cefalù hanno salvato la vita di mia nonna”

Redazione

Cronaca

“All’ospedale Giglio di Cefalù hanno salvato la vita di mia nonna”

28 Settembre 2017 - 17:10

Riceviamo e pubblichiamo volentieri una lettera indirizzata al Direttore Generale della Fondazione Giglio di Cefalù, Vittorio Virgilio

“Egregio Direttore,

Le scrivo per esprimere la mia riconoscenza per il meritorio ed encomiabile aiuto ricevuto. Scrivo come cittadina, come giovane madonita e in ultimo come nipote di Giuseppina Di Gangi. Perché sento l’obbligo morale di ringraziare l’Azienda, polo d’eccellenza di una terra sempre più spesso abbandonata a se stessa. Scrivo pubblicamente perché è più facile sentire lamentele di inefficienza, di incompetenza, di lassismo, di incapacità generale, piuttosto che avere testimonianza di pregevolezza.

A nome di tutta la mia famiglia, intendo dire un grazie di cuore al dottor Iacopinelli e al dottor Patania, giovani chirurghi, alla dottoressa Pellino, ineguagliabile anestesista. Alla loro grande professionalità e al loro intuito. Al loro coraggio e alla loro tenacia nell’affrontare un caso così disperato con ratio e umanità. Perché non hanno guardato a mia nonna come “una cifra”, quella dei suoi anni, ma come una “Vita”, sacra a prescindere. A tutti i medici, i paramedici, il personale Oss; alla loro pazienza, i loro sorrisi rassicuranti, le loro battute, l’indefessa operatività.
Grazie per ogni sguardo rasserenante, per le risposte pacate e rincuoranti.  Grazie perché non ci avete mai fatto sentire abbandonati o lasciati soli; perché non abbiamo mai avvertito inadeguatezza e noncuranza.

Un ringraziamento speciale va all’infermiere Vincenzo Troina, perché si è adoperato affinché tutto andasse per il meglio. In ultimo grazie, perché il vostro operato incarna lo spirito più alto del Giuramento D’Ippocrate: “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale”.

Con stima e gratitudine,
Maria Antonietta Ferrara”

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