“Via le barriere architettoniche”: concluso il progetto “Break the limit”

Redazione

Cronaca

“Via le barriere architettoniche”: concluso il progetto “Break the limit”

03 Ottobre 2018 - 10:29

Concluse nel Parco delle Madonie le attività educative previste nel progetto “Break The Limit – Il Turismo oltre le Barriere” e la ciclo-staffetta organizzata dalla Asd “Il Vento in Faccia” che, sulla base della pedalata cicloturistica del Giro dei due Mari con Marzia dell’Asd Cicloturistica Castanea, è stata articolata in tappe attraverso i comuni di Petralia Sottana, Petralia Soprana, Castellana Sicula, Polizzi Generosa e Pollina. Partner del progetto, oltre i comuni anche la Fondazione Villa delle Ginestre, il Cesvop di Palermo e la Diocesi di Cefalù.

Sensibilizzati gli alunni, i docenti, le associazioni e i cittadini sul tema della disabilità e sulla necessità di pervenire a risultati soddisfacenti in virtù dell’abbattimento di barriere architettoniche nei siti museali, nelle Chiese e nelle aree attrezzate, che nella maggior parte dei casi, ancora oggi, impediscono di poter pienamente godere e fruire di spazi comuni al pari di qualsiasi altra persona normodotata , malgrado la garanzia di una vigente normativa a tutela di uguali diritti rivolti ai disabili. Coinvolti nell’organizzazione dell’evento, anche gli alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore Domina di Petralia Sottana, nell’ambito dei progetti di alternanza scuola e lavoro con l’Ente Parco delle Madonie.

Presentato il plastico del nuovo sentiero “Un Parco per Tutti” nell’area attrezzata Sanguisughe in Polizzi Generosa a cura degli studenti dell’Istituto Tecnico per Geometri, che sarà oggetto di prossima realizzazione. Uno strumento di innovazione tecnologica è stato messo a disposizione della Società Delisa di Palermo: la maschera virtuale, che ha consentito a tutti di viaggiare nel parco attraverso il virtualismo di immagini. Durante il convegno che si è tenuto a Petralia Sottana nei locali dell’Exma e al quale ha presenziato l’assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, sono stati trattati, tra l’altro, argomenti relativi a “Il principio della sussidiarietà”; “alla Valorizzazione dell’Ambiente e dell’Uomo”; “all’abbattimento delle barriere in Sicilia e oltre”; “all’adozione di misure ed interventi per una qualità della vita accessibile”.

Il Commissario dell’Ente Parco Salvatore Caltagirone, come già auspicato in fase preliminare di progetto, si dichiara soddisfatto dei risultati raggiunti in questa prima edizione, grazie anche alla partecipazione dei Comuni coinvolti. Sottolinea però, “il dovere e la necessità di rafforzare a livello territoriale, l’idea che l’abbattimento delle barriere architettoniche debba essere realmente costruito attraverso sperimentazione di percorsi significativamente fatti a misura della persona disabile, avendo rispetto delle diverse forme, per giungere all’instaurazione di un confronto che nasce dalla capacità di seguire lo sviluppo e l’evoluzione di dinamiche diverse ma strettamente interconnesse tra loro. Questa, contestualizzata nel territorio, deve offrire lo spunto ad un approccio non rigorosamente statico ma dinamico, tale da consentire al disabile un autonomo spostamento nei luoghi da visitare”.

“Si tratta – continua Caltagirone – di una sostanziale attuazione di quello che è un efficace e dinamico rapporto di identità con la persona disabile, permettendoci di capire quanto possa essere difficile riuscire nell’impresa, ma non del tutto impossibile a compiersi. Per riuscirvi, ritengo, che in primis occorra un’ intima partecipazione ai sentimenti, alla visione del mondo dell’ altra persona che ha sviluppato in sé quel certo virtuosismo legato al suo modo di vivere la vita. Ho sottoposto a critica le azioni che abbiamo sviluppato, riflettendo, quindi, sulla realtà che ci circonda come somma realizzazione della nostra natura di esseri razionali, ma non per questo dobbiamo cedere il passo al concetto di luogo comune, perché quest’ultima concezione rappresenta l’opposto dell’analisi critica da condurre, correndo il rischio che diventi segno dell’approssimazione o di ciò che per molti “è così da sempre”. Dobbiamo interrogarci sulle nostre azioni, dar voce alla nostra coscienza da tempo ammutolita, per far sì che comuni credenze dell’impossibile e del non potersi fare, possano tramutarsi in atti concreti. Dobbiamo interrogarci sul fatto che si possa vivere bene, realizzando pienamente la natura umana”.

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