Aci vuole la Targa Florio: “Dopo un anno emergono tutte le verità”

Giuseppe Di Gesù

Sport

Aci vuole la Targa Florio: “Dopo un anno emergono tutte le verità”

07 Ottobre 2018 - 12:51

L’intervista al Presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani, pubblicata dal Giornale di Sicilia ha creato una reazione a catena di vari enti e soggetti interessati alla Targa Florio. A scendere in campo, i sindaci di Campofelice di Roccella Michela Taravella e di Collesano Giovanni Battista Meli. “L’intervista di Sticchi Damiani – dicono i due sindaci – toglie ogni residuo dubbio (ammesso ve ne fossero), sull’operazione “vendita Targa Florio”. Ciò che si sapeva da oltre un anno e che il Presidente dell’Automobile Club Palermo, Angelo Pizzuto, aveva vanamente negato, mentre l’Aci non aveva mai smentito, oggi viene ufficializzato a chiare lettere”.

Insomma, secondo Sticchi Damiani, l’Aci intende acquistare la Targa Florio. E L’Aci Palermo sarebbe consenziente. Nell’intervista si parla di una società che sta valutando il valore del marchio ed il Presidente dell’Aci precisa che l’acquisto avverrebbe “in continuità” della gestione avuta nel corso di questi ultimi quattro anni. “Il che potrebbe significare che la “continuità” forse eviterebbe di seguire la procedura prevista dalla legge sulla vendita di beni da parte di Enti Pubblici, qual è l’Aci Palermo”, dicono i due sindaci. Il “Comitato Pro-Targa” ed i Sindaci dei Paesi delle Madonie che fanno parte della storia della corsa più antica del Mondo, ribadiscono la loro totale contrarietà alla vendita di un bene che è dell’Aci Palermo solo dal punto di vista materiale, ma che, invece, essendo un patrimonio culturale dell’intera isola, appartiene a tutti i siciliani. Il “Comitato” ed i Sindaci pretendono che l’interlocutore dell’Aci sia un legale rappresentante dell’ente venditore serio e credibile.

“A nostro modesto avviso l’interlocutore dell’Aci dev’essere la Regione Siciliana – dicono Taravella e Meli – A tal fine, chiediamo al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, quale massima istituzione politica regionale, di intervenire immediatamente per affrontare con il Presidente dell’Aci i termini della compravendita, sempre se necessaria ed inevitabile, considerato che, a quanto ci risulta, l’Aci Palermo si trova in condizioni di dissesto economico, tale da impedire alla stessa di proseguirne la gestione. L’Aci chiede di poter gestire all’infinito la Targa Florio: potrebbe farlo anche solo avendola in affidamento per 100 anni invece di 4 così come accaduto, e versando un canone di locazione annuo all’ente proprietario. Cosa che forse sin qui non si è verificato.  L’Aci dichiara di avere investito 2 milioni di euro. Ma non quanto ha incassato da Alfa Romeo ed Abarth e da altri – dal 2016 ad oggi – per le sponsorizzazioni, dalle quote di iscrizione dei partecipanti, da eventuali contributi pubblici, dal governo australiano. Non si vendono i monumenti, non si vende la storia, non si vende il patrimonio culturale. Al massimo lo si da in gestione a chi dimostra di saperlo gestire, averne cura, farlo crescere, tutelarlo, e ovviamente avendone un profitto sia il gestore sia il proprietario”.

Poi i sindaci proseguono: “L’Aci deve dare garanzie scritte – sia che gestisca, sia nella malaugurata finalità dell’acquisto a titolo definitivo – che la Targa Florio proseguirà la sua storia come competizione vera (oggi un rally), e non come semplice manifestazione con prove di regolarità che nulla hanno a che vedere con la sua storia e la sua tradizione – dicono – La Targa Florio deve continuare a svolgersi sui territori che ne hanno costruito la storia e non
essere “sfruttata” per fare cassa e portare partecipanti-paganti in aree della regione che nulla hanno da dividere con la storia della corsa più antica del mondo. La Targa Florio non dovrà mai abbandonare la Sicilia, e non ci piace l’internazionalizzazione della corsa che è solo mercimonio. Le più grandi corse al mondo (Indianapolis, 24 Ore di Le Mans, Mille Miglia, etc.) che insieme alla Targa Florio (prima fra tutte perché più antica fra queste ed altre), hanno fatto la storia dell’automobilismo sportivo, non sono mai “emigrate” altrove e raccolgono consenso e distribuiscono ricchezza – anche economica – sui propri territori”.

Per i due sindaci, “le città di Collesano prima e di Campofelice dopo sono state ampiamente mortificate, pur avendo contribuito, anche in un passato molto recente, a salvare le sorti della “Cursa”. Basti pensare alla centesima edizione, per cui l’Aci Palermo ha ricevuto un lauto contributo dal Comune di Campofelice, che ha letteralmente salvato la gara. Giù le mani dalla Targa Florio, giù le mani dalla cultura siciliana, giù le mani dalla nostra storia e dal nostro patrimonio. “Sì” a chi con chiarezza dichiara un progetto serio e credibile. Come per esempio quello finalizzato a far disputare in Sicilia, anche sulla strade della Targa, il Rally d’Italia valido per il Campionato Mondiale Rallies.  Questo vogliono gli appassionati siciliani ed i cultori della Targa, questo pretende la storia della corsa più antica del mondo, non una passeggiata di fortunati collezionisti di auto d’epoca. Non è ancora il tempo di riporre in un museo la Targa Florio. La sua storia continua e come dimostra essa stessa continua ad avere valore. Per celebrare la leggenda, che inizia quando termina la storia, c’è ancora tempo”.

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