L’arresto del presidente del Consorzio diagnostico: “Noi danneggiati e offesi”

Redazione

Cronaca - La replica

L’arresto del presidente del Consorzio diagnostico: “Noi danneggiati e offesi”
Ippolito, presidente di GDM, uno dei più grandi consorzi di laboratori analisi operanti in Sicilia si difende e replica alle accuse

07 Luglio 2019 - 10:38

Arriva la replica alle accuse nei suoi confronti di Roberto Ippolito, che secondo gli investigatori avrebbe chiesto 56 mila euro al titolare di un laboratorio in cambio del necessario nulla osta per trasferirsi presso un altro consorzio sanitario. Ippolito, presidente di GDM, uno dei più grandi consorzi di laboratori analisi operanti in Sicilia si difende e replica alle accuse: “Il nulla osta non è mai stato chiesto da Karol a Gdm – spiega Nicolò Ippolito -. La cifra era solo un ristoro dei danni subiti dal Consorzio visto che Karol ha eseguito illegittimamente gli esami altrove e senza autorizzazione. Sono stati l’Asp e l’assessorato a negare i pagamenti a Karol per gli esami che non avrebbe dovuto e potuto effettuare in mancanza di autorizzazione”.

“Dal primo gennaio – continua Ippolito – Karol ha eseguito l’attività abusivamente. Ribadisco che il nulla osta non è mai stato chiesto al Consorzio – prosegue Ippolito – che altrimenti lo avrebbe rilasciato come previsto dalla legge e come avvenuto in altre circostanze. Hanno fatto apparire la situazione come un’estorsione, ma si trattava di soldi che il Gdm doveva ricevere anche per delle spese legali nei giudizi che hanno visto Karol soccombere e per un decreto ingiuntivo mai onorato da Karol”.

“L’assegno era intestato al Consorzio, di cui ho sempre difeso gli interessi – aggiunge Ippolito -. Se il Consorzio è tra i più grandi della Sicilia lo è in virtù della trasparenza di gestione. Lo stesso Gip – conclude Ippolito -, e le carte sono a disposizioni di tutti per verificarlo, spiega che non si sono indizi di colpevolezza in ordine alla incolpazione provvisoria contestata dal Pm”.

LA DECISIONE DEL GIP

Il giudice ha convalidato l’arresto ma allo stesso tempo non ha previsto alcuna misura cautelare. “Il fatto che il nulla osta fosse programmato come contestuale al pagamento delle poste debitorie – scrive il Gip – non costituisce dato estorsivo. Nella vicenda può emergere semmai un’indebita strumentalizzazione della sottoscrizione del nulla osta quale mezzo di pressione per il pagamento di un credito che Ippolito riteneva dovuto. Anche rispetto a questa ipotesi però gli indizi non sono univoci”.

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