Gangi, al Palazzo Comunale è tornato il tempo delle scelte

Michele Ferraro

Editoriale - Editoriale

Gangi, al Palazzo Comunale è tornato il tempo delle scelte

31 Dicembre 2019 - 07:00

31 di dicembre, domani ci sveglierà l’alba di un nuovo anno. Anche il 2019 è scivolato via ed è quindi tempo di bilanci. Per tutti, anche per l’amministrazione comunale guidata da Francesco Migliazzo.

Ne sono successe di cose nel corso dell’anno che sta per finire. Già il 2018 aveva mostrato i primi segnali di turbolenze che l’anno successivo sarebbero diventate tempesta. Le dimissioni dell’ex vicesindaco Nino Blando seguite da quelle dell’assessore Filippo Scavuzzo e dalle dimissioni dalla carica di capogruppo della ex consigliere Giovanna Farinella mostravano i segnali di un disagio crescente. Ma era il tempo in cui ancora Francesco Migliazzo e Giuseppe Ferrarello tentavano insieme di nascondere la polvere sotto al tappeto.

L’annus horriblis dell’epopea Ferrarello, il 2017, terminato con la cocente sconfitta alle Regionali, era ancora troppo vicino per gettare via il velo dell’ipocrisia e mostrare alla cittadinanza la verità. Ma la verità è donna testarda ed alla fine è entrata nella stanza del potere ed ha sollevato il tappeto, mostrando alla cittadinanza, sorpresa (ma non più di tanto), anni di polvere sapientemente nascosta.

Il 4 marzo i consiglieri Rita Angilello, Marilina Barreca, Santo Farinella, Giandomenico Lo Pizzo, Angela Seminara e Marcello Zaffora chiedono le dimissioni del presidente del Consiglio Roberto Domina. La spaccatura diventa ufficiale e mentre il vice sindaco Ferrarello si nasconde (non parteciperà ai due tesissimi consigli comunali che sanciscono il fallimento della lista unica Siamo Gangi) Francesco Migliazzo rimane in balia delle onde. Decide di non scegliere tentando invano un’impossibile ricucitura.

Alla fine il primo vero passo lo faranno i consiglieri “ribelli” che il 25 di marzo abbandonano il gruppo “Siamo Gangi” per dare vita al gruppo “Paese futuro”. Ma nessuno in quel momento ancora sa se è nato un nuovo gruppo di maggioranza o di opposizione. Migliazzo ancora non ha fatto una scelta. A togliere ogni dubbio al riguarda è il gesto, drammatico, degli altri 6 consiglieri che erano rimasti nel gruppo “Siamo Gangi”. Il 9 di aprile si dimetteranno tutti, determinando per la prima volta nella storia democratica del paese di Gangi il commissariamento del Consiglio Comunale.

A quel punto il bivio davanti a Francesco Migliazzo non c’è più, l’unica strada che gli consente di proseguire il suo mandato è quella di abbracciare il progetto “Paese Futuro”. Giuseppe Ferrarello gioca d’anticipo, non si fa defenestrare dalla sua creatura politica e si dimette. Successivamente si dimetterà anche Ignazio Sauro. A Migliazzo non rimane che far entrare in giunta 4 dei 6 ex consiglieri rimasti al suo fianco: Giandomenico Lo Pizzo, Angela Seminara, Marcello Zaffora e Marilina Barreca che assumerà la carica di vice sindaco.

L’impegno preso in Piazza del Popolo, davanti alla cittadinanza è quello di assumersi la responsabilità di approvare il bilancio e stabilizzare i precari per poi tornare a chiedere una verifica ai cittadini rimasti orfani di rappresentanza consiliare. Le prime due promesse vengono mantenute ma non la terza. Attorno all’amministrazione comunale ed al sindaco si crea progressivamente un deserto politico. Nessuno si avvicina. Anche l’appello rivolto ai “volontari” cade sostanzialmente nel vuoto mentre i rapporti all’interno della giunta cominciano a logorarsi. E’ il segno, inequivocabile che è tornato il tempo delle scelte.

Non c’è momento migliore di questo. E’ tempo di bilanci, dicevamo all’inizio di questo articolo. E’ ora di tracciare una linea fra passato e futuro. Proseguire, fino a fine mandato, in nome della continuità amministrativa o restituire ai cittadini il diritto di votare per tornare ad avere una loro rappresentanza in consiglio comunale? Cosa intende fare il sindaco? Cosa intendono fare gli assessori? Ne hanno parlato fra di loro? C’è unità di intenti? Noi la domanda l’abbiamo rivolta nella speranza che l’epifania ci porti in dono qualche risposta.

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