Irregolarità nel trattamento dei rifiuti, sequestrato l’impianto della Cassanisa

Redazione

Cronaca - Castelbuono

Irregolarità nel trattamento dei rifiuti, sequestrato l’impianto della Cassanisa
L'operazione della Guardia di Finanza riaccende i riflettori sull'impianto di compostaggio gestito da Ecologia e Ambiente

02 Marzo 2020 - 11:42

Sequestrato dalla Guardia di Finanza l’impianto di compostaggio della Cassanisa, a Castelbuono. Le fiamme gialle di Cefalù, a seguito di una ispezione, hanno contestato l’assenza di un responsabile tecnico e altre irregolarità nel trattamento dei rifiuti che hanno fatto scattare la chiusura della struttura gestita dalla società in liquidazione Ecologia e Ambiente.

Giuseppe Norata, liquidatore della Ecologia e Ambente (che attualmente riveste anche la carica di presiedente della Rap di Palermo) contesta fortemente la decisione della guardia di finanza, commentandola così in un articolo del Giornale di Sicilia «È stata una disposizione eccessivamente restrittiva. Spero che la chiusura venga annullata dal provvedimento del giudice. Per questa tipologia di impianti non c’è obbligo della figura del responsabile tecnico e l’impianto posto sotto sequestro è stato affidato ad un dipendente che tra l’altro da sabato non è più in servizio e quindi dovrà riconsegnare le chiavi. Ecologia e Ambiente – continua Norata – è in liquidazione in attesa del passaggio della gestione alle SRR  e non ha più dipendenti. Si teneva aperto l’impianto castelbuonese per venire incontro alle esigenze dei comuni che la utilizzavano che con questo provvedimento di chiusura rischiano di essere messi in ginocchio».

Già nel novembre del 2018 si era tenuto a Castelbuono un tavolo tecnico convocato dal M5S per segnalare le carenze dell’impianto che permette a 16 comuni del comprensorio madonita di conferire rifiuti organici. In quell’occasione, ricorda il giornalista Rosario Mazzola sul Giornale di Sicilia, era intervenuta l’onorevole Caterina Licantini, membro dell’ottava Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici alla Camera che è tornata sul problema. «Nel novembre 2018 – scrive la deputata in una nota – mi ero recata sul posto per un sopralluogo e successivamente ho provveduto a depositare un esposto presso la Procura della Repubblica di Termini Imerese, mettendo in evidenza le anomalie rilevate. Ci avevamo visto giusto, ma la notizia, purtroppo, si aggiunge alle brutte pagine che riguardano la gestione integrata dei rifiuti in Sicilia: infatti, quanto accaduto non è altro che un ulteriore danno alla collettività, nonché un passo indietro rispetto alla necessità di aumentare i livelli di raccolta differenziata in Sicilia, che ad oggi presentano numeri troppo bassi rispetto agli obiettivi previsti».

Ieri si è svolto un nuovo incontro dibattito a seguito del sequestro, nel quale era presente anche il sindaco di Castelbuono Mario Cicero che ha confermato l’esistenza del problema: «Non possiamo rimanere in questo stato – ha detto – perché spostare il conferimento in altri siti ci fa raddoppiare i costi. Pur non avendo alcuna responsabilità sull’impianto, che non è di proprietà comunale, mi sono attivato presso i competenti uffici regionali per risolvere le problematiche e far rimettere in funzione Cassanisa».

In questo momento, considerata la chiusura dell’impianto della Cassanisa i rifiuti organici del Comune di Castelbuono sono conferiti presso l’isola ecologica di Piano Marchese.

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