Nicola Fiasconaro: “La colomba pasquale deve dare speranza”

Redazione

Cronaca - Castelbuono

Nicola Fiasconaro: “La colomba pasquale deve dare speranza”
Il maestro pasticciere analizza il difficile momento. E avvia una distribuzione per beneficenza

20 Marzo 2020 - 18:13

Ottimismo, fede e speranza. Nicola Fiasconaro, della celebre e ormai famosa in tutto il mondo azienda di Castelbuono, si racconta in un’intervista a Francesca Landolina di Cronache di Gusto.”La colomba non manchi agli italiani per la Pasqua. Ci siamo attrezzati perché questo simbolo di pace voli ovunque per dare speranza”. Così Fiasconaro inizia la sua chiacchierata. La situazione d’emergenza in cui viviamo lo spinge a trovare soluzioni, che mai aveva previsto, ma con coraggio e reattività. “La situazione si affronta con determinazione – afferma il pasticciere – Stiamo facendo rientrare le colombe pasquali prodotte e che erano già posizionate nei vari locali e ristoranti, in tutto il mondo. E le stiamo facendo volare attraverso i siti di e-commerce online. Il mio consiglio è di attrezzarsi per sperimentare questa tipologia di vendita, per cogliere, nella tragedia, quest’alternativa che può trasformarsi in opportunità. Siamo l’Italia e ce la faremo”.

Ma cosa rappresenta la colomba pasquale? “Per chi ha fede, non è solo un dolce, ma un simbolo di pace – spiega Fiasconaro – La colomba nella cristianità è simbolo di salvezza. La faremo arrivare ovunque, soprattutto a coloro che sono in trincea e che hanno bisogno del nostro sostegno morale”. Nella Bibbia, per ricordare le origini simboliche della colomba, si narra che Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba che, alla fine, tornò da lui con un ramoscello d’ulivo nel becco, segno evidente che la riconciliazione con Dio era avvenuta e il diluvio terminato. In periodo pasquale questa connotazione salvifica viene ancora più accentuata proprio in relazione al sacrificio di Cristo morto sulla croce per salvare l’uomo.

E per Nicola, che non è solo un imprenditore, ma anche un cattolico, oggi la colomba è, ancora di più, tutto tranne che un semplice dolce. In questo momento così buio deve dare speranza. E Nicola si è già organizzato, reagendo con positività. “La colomba Fiasconaro in tutto il mondo, Italia compresa chiaramente, è distribuita nella linea Horeca che oggi è chiusa e bloccata. Quello che era stato già distribuito sta rientrando. Si tratta di decine di migliaia di pezzi. Non possono rimanere in giacenza. Nel nostro reparto di sicurezza alimentare, stiamo facendo attività di monitoraggio e controllo per valutare l’integrità di ogni singolo prodotto rientrato. Le colombe voleranno ovunque tramite le spedizioni e gli acquisti online. Non solo, perché molte le daremo in beneficenza. C’è entusiasmo, arrivano su internet ordinativi soddisfacenti da tutto il mondo. Ci siamo affidati ad aziende specializzate in questo genere di lavoro, che nell’arco di pochissimo tempo garantiscono la spedizione e l’arrivo entro due giorni al massimo”.

Per Fiasconaro le previsioni di produzione dell’anno 2020, prima della diffusione della pandemia da coronavirus, erano le migliori di tutti i tempi. Ci si aspettava una vendita di oltre trecentomila colombe, con un incremento del 20 per cento. L’emergenza ha però fermato la produzione ai quantitativi dello scorso anno. “Raggiunto l’80 per cento della produzione dello scorso anno ci siamo fermati. Praticamente da circa 10 giorni. Adesso venderemo con e-commerce e a privati. Ci sono molte aziende importanti che credendo anche nel significato della colomba, la compreranno per farla arrivare a casa dei dipendenti, con i quali, per questa Pasqua, non potranno scambiarsi gli auguri fisicamente. Questo simbolo ha il potere di dare sollievo e speranza. Oggi soffriamo tutti, ma ci vuole ottimismo, visione, occorre programmare il futuro”.

E poi un appello e un augurio. “Dobbiamo stare spiritualmente vicini al mondo della sanità, gli eroi veri oggi sono loro, dai grandi medici fino all’impiegato che svolge mansioni di igiene. Da parte nostra faremo qualche bel gesto e non faremo mancare la colomba a Pasqua, al di là degli aspetti commerciali. Facciamo sentire loro la nostra vicinanza: sono in guerra”. E conclude: “Bisogna credere nella vita e sperare sempre, anche se può sembrare egoistico oggi affermarlo, chi non è un cristiano si affidi alla fede. In un momento così drammatico è fondamentale. Noi siamo cattolici in Italia e abbiamo bisogno di credere. Il mondo cambierà in meglio, ci sarà un nuovo Risorgimento. Oggi gli italiani sono uniti; cogliamo la positività di ciò che viviamo, ci sentiamo di nuovo Patria. Arriveranno l’ottimismo, l’entusiasmo e la macchina commerciale ed economica esploderà. Se saremo uniti, l’Italia sarà competitiva verso ogni Paese, europeo e non. Trionferà e vinceremo ogni sfida nel mondo”.

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