Alluminio e ferro nelle acque: si studia un impianto di potabilizzazione

Redazione

Cronaca - Gangi

Alluminio e ferro nelle acque: si studia un impianto di potabilizzazione
La relazione dell'università di Palermo. Si tratta di un impianto di potabilizzazione facilmente gestibile con costi ridotti

08 Aprile 2020 - 14:06

Dopo settimane di intensa attività è arrivato un primo studio del professionista incaricato dal Comune di Gangi per la potabilizzazione delle acque di sorgente. Salvatore Nicosia, dell’Università degli Studi di Palermo, ha inviato al Comune una prima relazione sull’avanzamento dello studio di fattibilità richiesto. I risultati sono molto incoraggianti per la risoluzione del problema della presenza di alluminio e ferro nelle acque di approvvigionamento.

Le linee guida del lavoro di Nicosia sono state orientate a studiare la possibilità di un impianto di potabilizzazione per il Comune di Gangi che risulti essere facilmente gestibile con costi (consumi di energia e di materiali) ridotti. Tecnicamente lo studio di fattibilità conduce ad un impianto di potabilizzazione che integra processi di flocculazione e sedimentazione a processi di scambio ionico con resine selettive per l’alluminio. Il tutto inserito in una cornice che tiene conto dei valori di pressione dell’acqua ai serbatoi, dell’acidità e dell’alcalinità delle acque e degli spazi utili per realizzare gli impianti.

Non è stato insomma un lavoro semplice soprattutto se si considera il fatto che la recente crisi epidemiologica ha giocato sfavore: la resina scambiatrice di ioni che deve affinare il processo nell’ultima fase della potabilizzazione, infatti, proviene dalla Repubblica Popolare Cinese e da diverse settimane si è in attesa del suo arrivo. Se il professore è riuscito a testare con ottimi risultati, in laboratorio, la prima fase di flocculazione e sedimentazione, non si è potuto concludere il processo in attesa della resina cinese.

Secondo la relazione la prima fase di potabilizzazione, infatti riesce ad eliminare il 60% dell’alluminio presente nelle nostre acque (anche se sono in corso esperimenti che addirittura spingerebbero la riduzione all’80%). Situazione più semplice per l’eliminazione del ferro che verrebbe eliminato grazie alla fase di clorazione che comunque viene fatta nelle nostre acque. La resina scambiatrice affinerebbe ed eliminerebbe l’alluminio residuo proveniente dalla prima fase. In ogni caso è utile sottolineare che la presenza dei metalli non ha mai intaccato la salubrità delle acque. L’Amministrazione Comunale, infatti, è stata sempre pronta a interventire con apposite ordinanza per garantire la salute pubblica.

L’Assessore Lo Pizzo che ha monitorato da vicino tutte le fasi dello studio di fattibilità dice: “Voglio ringraziare il professore Salvatore Nicosia, sulla cui esperienza e preparazione non avevamo nessun dubbio, per la dedizione e la grande professionalità che ha mostrato in questo lavoro, con lui il Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali di Palermo che ha supportato il lavoro svolto dal professore, tra tutti un ringraziamento va a Carmelo Nasello. Siamo in dirittura di arrivo per la definizione di una soluzione che risolve un problema annoso della nostra Città, gli eventi non hanno giocato a nostro favore ma l’importante è raggiungere il risultato”.

Soddisfatto anche il Sindaco Migliazzo: “Stiamo portando a termine un lavoro che ci consentirà di risolvere un problema atavico di Gangi. Abbiamo già pensato a come affrontare economicamente i costi che ci verranno indicati. Ringraziamo i gangitani per la pazienza che hanno avuto in questi mesi ma il primo requisito che abbiamo chiesto allo studio è stato la sperimentazione in laboratorio del processo, visto che ancora non siamo riusciti a trovare un solo esempio di impianto di potabilizzazione di alluminio, certamente affronteremo la prossima stagione invernale con più serenità”.

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