Nel giorno dell’ultimo saluto a Roberta, spunta la pista della morte per asfissia

Redazione

Cronaca - Si attende la conferma dagli esami istologici

Nel giorno dell’ultimo saluto a Roberta, spunta la pista della morte per asfissia
Il medico legale Alessio Asmundo ha trovato tracce di fumo nei polmoni della giovane

04 Febbraio 2021 - 18:19

Nel giorno dell’ultimo saluto a Roberta Siragusa a Caccamo, prende piede la più drammatica delle ipotesi sulle cause della morte della 17enne. Nell’autopsia, eseguita con le garanzie dell’incidente probatorio martedì nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Messina, il medico legale Alessio Asmundo ha trovato tracce di fumo nei polmoni della giovane.

Piccole tracce che farebbero ipotizzare lo scenario più tremendo, ovvero che Roberta abbia respirato il fumo prodotto dal fuoco che le ha dilaniato gran parte del corpo. Saranno gli esami istologici prelevati dalle lesioni, dai capelli e dagli organi interni a stabilire se questa ricostruzione si trasformerà nella causa ufficiale della morte. Il perito nominato dal gip ha chiesto 60 giorni di tempo per fornire l’esito. Fino ad allora l’ipotesi che Roberta fosse ancora viva quando è stata bruciata non potrà essere confermata. Di certo l’autopsia ha chiarito che la giovane non sarebbe stata strangolata. Sotto il mento, Roberta ha una ferita, forse dovuta alla caduta violenta nel dirupo o dall’aggressione subita dal suo assassino.

Dall’autopsia poi è stata confermato il vasto ematoma rilevato subito dopo il ritrovamento del corpo “nella regione orbitale laterale sinistra”. Tutti elementi che combaciano con la ricostruzione di un’aggressione che le avrebbe fatto perdere conoscenza, ma che probabilmente non l’ha uccisa. Se così fosse Roberta sarebbe stata gettata nel dirupo ancora viva e poi bruciata. La parte superiore del corpo della diciassettenne è dilaniata dalle fiamme ma non lo sono le mani, segno che la giovane non ha provato a spegnere le fiamme. Bisognerà attendere i risultati degli esami di laboratorio per avere una risposta definitiva sulle cause della morte e sull’orario del delitto per cui è in carcere il fidanzato di Roberta, Pietro Morreale, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

L’aggressione sarebbe avvenuta domenica notte nel parcheggio antistante il campo di calcio di Caccamo, poi l’assassino ha portato il corpo della giovane sul belvedere del paese e lo ha scaraventato in un dirupo. Dalla sera del 24 gennaio il 19enne è rinchiuso nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove questa mattina ha tentato di dar fuoco ad un rotolo di carta igienica all’interno della sua cella. Il giovane avrebbe appoggiato una sigaretta sul rotolo che in pochi secondi ha preso fuoco. Gli agenti della polizia penitenziaria, che sorvegliano a vista il ragazzo giorno e notte, sono intervenuti immediatamente e hanno spento le fiamme. Il gesto sarebbe stata una protesta di Pietro Morreale che da giorni chiede di poter incontrare i genitori. Incontri finora negati dall’autorità giudiziaria che non esclude il coinvolgimento di qualche familiare nell’omicidio di Roberta Siragusa.

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