Smart City Group e il polo tecnologico a Termini: chiesto incontro urgente al Mise

Redazione

Cronaca - Il caso

Smart City Group e il polo tecnologico a Termini: chiesto incontro urgente al Mise
Il Consorzio ad oggi, non ricevuto la documentazione ambientale più volte richiesta e gli incontri con le autorità locali e i sindacati

12 Marzo 2021 - 14:51

Smart City Group riafferma la propria volontà di procedere con la realizzazione del progetto Sud – Smart Utility District nel sito Blutec di Termini Imerese. La dichiarazione del Consorzio viene ribadita oggi, dopo che è stata inviata una lettera al nuovo ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, per chiedere un incontro urgente. In questi giorni il Consorzio ha anche scritto ai sindacati, per dare risposta alle dichiarazioni espresse da alcuni loro rappresentanti in occasione della manifestazione del 9 marzo scorso a Palermo. Anche in questo caso, la volontà di investire nel progetto, sostenuto di recente anche da una manifestazione di interesse di un importante fondo di investimenti estero, è stata ribadita.

Smart City Group è però costretta a sottolineare di nuovo  i rischi connessi ad un ulteriore allungamento della procedura da parte dell’Amministrazione Straordinaria di Blutec e del Mise: il lungo e faticoso iter, iniziato con la presentazione della manifestazione di interesse fin dal maggio dello scorso anno e proseguito con la presentazione del progetto, corredato da migliaia di pagine di documenti, ha visto lasciar scadere da parte degli enti preposti tutte le scadenze programmate, inclusi i termini di legge per l’accettazione o il rigetto del progetto del 5 febbraio scorso. Tutto questo, fa notare il Consorzio, con l’impossibilità di promuovere riunioni o incontri ufficiali con gli stakeholder del territorio – stante la precedente richiesta formale del MISE – per cui i momenti di confronto sin qui avvenuti si sono svolti a puro titolo di cortesia e per la sensibilità degli interlocutori locali.

Smart City Group sottolinea che l’importanza dell’area di crisi, costata peraltro numerose centinaia di milioni di euro al contribuente a partire dal 2010, merita una attenzione particolare e che è indispensabile consentire alle imprese promotrici della proposta di acquisire le informazioni tecniche sugli impianti esistenti – ad oggi, in effetti, non è stata consegnata la documentazione ambientale più volte richiesta – e di svolgere un’adeguata interlocuzione con le autorità locali e le rappresentanze sindacali. In assenza di queste pre-condizioni, indispensabili per la definizione del progetto di riconversione del sito ex Fiat, è del tutto evidente che il Progetto Sud dovrà identificare una diversa localizzazione.

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