Sindaci madoniti in Calabria: protesta sulla ripartizione del Recovery Fund

Redazione

Cronaca - La protesta

Sindaci madoniti in Calabria: protesta sulla ripartizione del Recovery Fund
Una battaglia che si muove su più fronti, quella intrapresa dai 526 sindaci del mezzogiorno

26 Maggio 2021 - 17:30

Una nutrita delegazione di sindaci delle Madonie ha preso parte ed animato la due giorni tenutasi in Calabria a Borgia in provincia di Catanzaro, sabato 22 e domenica 23 maggio. Una battaglia che si muove su più fronti, quella intrapresa dai 526 sindaci che hanno aderito alla rete, anche su quello europeo, con il coinvolgimento della presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leven che sarà investita delle istanze con un documento nel quale saranno sintetizzati i motivi del dissenso, ma soprattutto le proposte per il rilancio del Sud, a fronte delle quali, però, le risorse stanziate non sono sufficienti.

Negli interventi dei sindaci, provenienti da tutto il Mezzogiorno, riflessioni e proposte finalizzate a ribaltare lo stereotipo di un Sud incapace di spendere le risorse e di creare sviluppo. “Sulla capacità di rinnovarsi e rigenerarisi della pubblica amministrazione – dichiara il sindaco di Montemaggiore Belsito Antonio Mesi – passa la riuscita di quanto ci viene chiesto, con retorica da più fronti, la capacità di realizzare progetti ed effettuare la spesa di quanto previsto dal Pnr”.

“Il Governo Italiano tutto a guida Nord-Centro – aggiunge Mesi – ci ha rubato una fetta consistente di risorse circa il 25% che in effetti la Comunità Europea ci aveva riconosciuto come Mezzoggiorno d’Italia proprio per recuperare il divario tra Nord e Sud. Questa amara constatazione, ci deve portare a riflettere, il meridione non potrà mai affrancarsi se non dimostra di essere coeso e capace di lottare per il riscatto della sua terra e per il futuro dei suoi figli. Le politiche scellerate del passato – ha sottolineato il primo cittadino davanti ai colleghi del Mezzogiorno – non possono essere portate ad esempio per continuare a negare un riequilibrio tra il nord ed il sud, se vogliamo continuare a chiamarci Italiani dobbiamo lottare e realizzarla l’Italia unita, nei valori nelle infrastrutturazioni, nell’economia, nel sociale, nella sanità, nella scuola”.

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