L’omicidio di Sebastiano Musico, parte civile chiede l’ergastolo per l’ex moglie

Redazione

Cronaca - Termini Imerese

L’omicidio di Sebastiano Musico, parte civile chiede l’ergastolo per l’ex moglie
Ad invocare davanti al gup una condanna più pesante dei 30 anni chiesti dal pm, il legali della famiglia

03 Febbraio 2022 - 14:42

“Merita l’ergastolo”, a dirlo sono i familiari di Sebastiano Rosella Musico, il pizzaiolo avvelenato col cianuro a Termini Imerese nel 2019. Dell’omicidio è accusata la moglie Loredana Graziano, che lo avrebbe ucciso perché non sarebbe riuscito a darle un figlio. Ad invocare davanti al gup una condanna più pesante dei 30 anni chiesti dal pm Alessandro Musso, oltre a 3 milioni di euro come risarcimento dei danni patiti, sono stati i legali della famiglia Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi.

La donna che si trova ai domiciliari perché diventata madre da qualche mese, era stata arrestata ad aprile dell’anno scorso, dopo che l’autopsia sul corpo del marito aveva svelato che ad ucciderlo non sarebbe stato un malore – come ipotizzato all’inizio – ma la somministrazione di cianuro e di un anticoagulante. Le indagini poi, erano state riaperte dopo le dichiarazioni dell’ex amante e compagno della donna, che aveva riferito che sarebbe stata lei stessa a confessargli di aver avvelenato il marito.

Ad incastrare la donna, anche il fatto che fosse stata l’ultima ad aver visto l’uomo vivo e, secondo l’accusa, visti gli effetti molto rapidi del cianuro, non poteva che essere stata lei a somministrare il veleno alla vittima prima di uscire di casa. La donna rimase poi incinta di un altro uomo e quando venne arrestata finì ai domiciliari per questo motivo. Ora, la parte civile ha elencato una serie di motivi per cui la donna meriterebbe l’ergastolo. Tra cui il tentato omicidio dell’uomo: infatti l’imputata non sarebbe riuscita subito nell’intento di uccidere il marito, ma avrebbe provato prima somministrando un anticoagulante. Avrebbe accusato l’ex amante di stalking e di aver portato il cibo al marito nella fase in cui gli sarebbe stato somministrato l’anticoagulante.

Infine secondo i legali della famiglia, non verrebbe contestato un altro reato, quello di truffa aggravata, perché dopo l’omicidio del marito avrebbe intascato un premio assicurativo da 23.316 euro, legato ad una polizza sulla vita stipulata da Musico. Infine i legali hanno evidenziato come la donna “non ha mai avuto una parola di compassione per la morte del marito e la sofferenza della sua famiglia”. Infine anche il trattamento cautelare più leggero riservato all’imputata, prima per la gravidanza e poi per la nascita del figlio.

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