Cinque specie vegetali a rischio estinzione: il progetto del Parco delle Madonie per salvarle

Giorgio Vaiana

Cronaca - La ricerca

Cinque specie vegetali a rischio estinzione: il progetto del Parco delle Madonie per salvarle
Nel progetto sono state inserite due specie di ginestra, una di sorbo, l'abies nebrodensis e il cavolaccio verde

22 Febbraio 2024 - 14:20

E’ entrato nella fase operativa il progetto speciale di tutela di cinque specie vegetali endemiche rarissime nell’area del Parco delle Madonie, finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, nell’ambito del progetto “NextgenerationEu” dell’Unione Europea e presentato e coordinato dall’Ente Parco delle Madonie. A Petralia Sottana, presso Palazzo Pucci Martinez, sede dell’Ente Parco, si è infatti insediato il tavolo tecnico con i soggetti attuatori, alla presenza, oltre che del commissario dell’Ente Salvatore Caltagirone affiancato dal dirigente della Uo3 Peppuccio Bonomo, anche dell’Associazione “Planta” retta da Francesco Maria Raimondo, dell’Università di Palermo – Dipartimento Di Scienze e tecnologie Biologiche, Chimiche e farmaceutiche Sezione Botanica, con Franco Palla, e dell’istituto di Istruzione Superiore “A. Manzoni” di Mistretta rappresentato dal dirigente scolastico Maria Grazia Antinoro, assistita dai docenti delle discipline coinvolte.

Il programma, infatti, vede anche il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche delle Madonie e dei Nebrodi per finalità di divulgazione didattico-scientifica, e mira a tutelare specie vegetali presenti, al momento, unicamente nel territorio delle Madonie, specie a rischio estinzione per numerosi fattori, non ultimo quello dell’incontrollato proliferare degli ungulati che stanno devastando la biodiversità del Parco.
Emblematico il caso di una delle cinque specie individuate nel progetto, l’ultimo esemplare noto al mondo di Cavolaccio verde dei Nebrodi (Adenostyles alpina subs nebrodensis), individuato nell’area di Petralia Sottana, e sopravvissuto perché abbarbicato su uno sperone roccioso non raggiungibile da cinghiali e daini.

Il team provvederà a prelevare piccolissimi frammenti di foglie ai fini dell’ottenimento dei tessuti necessari all’avvio della micropropagazione in vitro per l’ottenimento di piantine da mettere a dimora in ambiente protetto da reimpiantare in situ, operando un vero e proprio salvataggio in extremis. “L’elevato profilo scientifico della squadra partecipante al progetto – ha dichiarato il commissario Caltagirone – costituisce la garanzia di riuscita del progetto. Come dimostra questo caso, è a rischio la biodiversità delle Madonie, sono a rischio, cioè, gli stessi elementi scientifici che nel 1989 portarono alla nascita del Parco delle Madonie. Puntiamo a salvare cinque specie vegetali rarissime, la cui messa in sicurezza, oltre che rientrare nelle finalità costitutive dell’Ente Parco, volto alla tutela di tutta la biodiversità delle Madonie, costituisce elemento fondamentale per innovative ricerche sul campo. Ricerche e programmi i cui risultati saranno condivisi non solo con la comunità scientifica nazionale ed internazionale, ma anche con cittadini dei territori coinvolti e con gli studenti locali, affinché, come custodi della natura, diventino essi stessi Guardiani della Biodiversità”.

Gli interventi di tutela coinvolgeranno, con le stesse modalità, anche due Ginestre (Genista demarcoi e Genista madoniensis Raimondo), una di Sorbo (Sorbus aucuparia subs praemorsa) mentre per il rarissimo Abies Nebrodensis, di cui sopravvivono appena 30 esemplari nel vallone Madonna degli Angeli sul versante polizzano dell’Anfiteatro della Quacella, oggetto anche di altri progetti di conservazione in corso, si tenterà di impiantare esemplari provenienti dal vivaio di Polizzi Generosa in altri siti.

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