Mafia, omicidio Costanza: confermato in Appello l’ergastolo per il boss gangitano Domenico Virga

Redazione

Cronaca - La sentenza

Mafia, omicidio Costanza: confermato in Appello l’ergastolo per il boss gangitano Domenico Virga
Il boss gangitano nel 2001 avrebbe ordinato a due sicari di uccidere Francesco Costanza

14 Marzo 2024 - 12:18

È stato confermato anche in Appello l’ergastolo per il boss Domenico Virga, considerato elemento di spicco nel mandamento di San Mauro Castelverde-Gangi. Virga è stato arrestato per l’omicidio di Francesco Costanza, avvenuto tra San Fratello e Acquedolci nel settembre di ventidue anni fa.

Costanza aveva 48 anni quando fu trovato morto, il 29 settembre del 2001, in contrada Cartolari di Acquedolci, colpito da diversi colpi di arma da fuoco esplosi con una pistola calibro 7,65 e poi finito con alcuni colpi di pietra al capo. La vittima, gravitante negli ambienti della criminalità organizzata di Mistretta e inserito nel contesto delle famiglie al confine tra Messina e Palermo, era già stato oggetto di diverse indagini della Dda di Messina.

A dare una svolta alle indagini, le recenti dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Barbagiovanni, soprannominato “U muzzuni”, attualmente detenuto, esponente della famiglia mafiosa “dei batanesi”, operante principalmente sull’estremo versante tirrenico della provincia di Messina. Barbagiovanni, ha fornito una precisa descrizione del contesto in cui è maturato l’omicidio e delle efferate modalità di esecuzione. Il collaboratore, si è autoaccusato dell’omicidio commesso insieme a Sergio Costanzo, classe ’74, assassinato nel 2010 nelle campagne di Centuripe con diversi colpi di fucile, uno dei quali esploso ai genitali. L’omicidio sarebbe stato deciso per uno “sgarro”: la vittima avrebbe chiesto la “messa a posto” ad alcune imprese che lavoravano nella zona dei Nebrodi anche se erano “protette” da Cosa nostra palermitana. Determinanti, per la condanna, sono state anche le dichiarazioni di altri due collaboratori di giustizia: Nino Giuffrè, di Caccamo, considerato braccio destro di Bernardo Provenzano, e Carmelo Bisognano, del gruppo mafioso dei “Mazzarroti”.

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