Nel film “The Card Counter”, interpretato magistralmente da Oscar Isaac, il protagonista William Tell porta incisa sulla schiena una frase che racchiude il suo credo: «I trust my life to Providence / I trust my soul to Grace», ovvero «affido la mia vita alla Provvidenza e la mia anima alla Grazia». Questa dichiarazione non solo svela la profondità del personaggio, ma introduce anche al tema centrale del film: la ricerca di redenzione in un mondo segnato dalla violenza e dal crimine. È interessante notare che in un altro film dello stesso regista, “Light Sleeper” in italiano “lo spacciatore” con Willem Dafoe, la canzone “WORLD’S ON FIRE” contiene nel testo la frase “I trust my life in providence”, evidenziando un legame tematico tra le opere di Schrader e il tema della fiducia nella Provvidenza.
La trama si infittisce quando William viene contattato da una ragazza di nome La Linda, una “stalliera” che cerca i migliori giocatori per partecipare a un concorso internazionale. Parallelamente, un giovane di nome Cirk si avvicina a William con l’intento di vendicarsi contro il maggiore John Gordo, un ex superiore di William, responsabile dell’addestramento di suo padre alla violenza e alla tortura. Questo evento ha portato il padre di Cirk a sfogarsi violentemente verso la sua famiglia prima di suicidarsi a causa dello stress post-traumatico e dell’abuso di sostanze.
Il confronto tra William e Gordo diventa quindi il fulcro della narrazione, con Gordo rappresentante di un oscuro passato segnato dalla violenza e dall’ingiustizia. Questo tema viene ulteriormente amplificato dal contesto di Abu Ghraib, dove William e Gordo hanno condiviso esperienze traumatiche legate alla tortura e all’umiliazione degli altri.
Ma mentre William si muove nel mondo del gioco d’azzardo e affronta il suo passato, la domanda rimane: dove si trova la dimensione spirituale evocata dal suo tatuaggio? La risposta potrebbe giacere nel conflitto interiore di William, nel suo continuo tentativo di trovare redenzione nonostante l’ambiente ostile e violento in cui si trova. La sua abilità acquisita nella sua esperienza lo rende un giocatore di live blackjack molto forte, abile e nello stesso tempo distaccato, in grado avere sempre sotto controllo i sui nervi e agendo in modo quasi meccanico al fine di ottenere un vantaggio statistico sul banco, riducendo così il margine della casa e aumentando le probabilità di vincita. Il tutto senza farsi coinvolgere troppo perché la sua anima è altrove.
Paul Schrader, regista noto per i suoi lavori ricchi di simbolismo e tematiche spirituali, porta avanti questa riflessione attraverso una narrazione attenta e avvolgente. Come esperto sceneggiatore di film iconici come “Taxi Driver” e “Toro Scatenato”, Schrader si distingue per la sua capacità di esplorare le profondità dell’animo umano.
“The Card Counter” si inserisce quindi nella filmografia di Schrader come un’opera che si confronta con la condizione umana nel contesto moderno, evidenziando la solitudine, la violenza e la ricerca di redenzione. Attraverso il personaggio di William Tell e il suo viaggio interiore, il film ci offre uno sguardo penetrante sulla natura umana e sulla sua continua lotta tra il bene e il male, la speranza e il disperato desiderio di rinascita.
È interessante notare che in un altro film dello stesso regista, “Light Sleeper”, la canzone “WORLD’S ON FIRE, 2nd version” contiene nel testo la frase “I trust my life in providence”, evidenziando un legame tematico tra le opere di Schrader e il tema della fiducia nella Provvidenza.
