Lo sport aperto davvero a tutti: nel Parco delle Madonie torna “Break the limit”

Redazione

Cronaca - Dal 22 al 24 novembre

Lo sport aperto davvero a tutti: nel Parco delle Madonie torna “Break the limit”
Una grande officina dello sport in cui sarà possibile conoscere tecniche e segreti di alcuni professionisiti dello sport paraolimpico.

20 Novembre 2019 - 10:53

Dal 22 al 24 novembre nel Parco delle Madonie, torna la seconda edizione di “Break The Limit” che coinvolge altri cinque comuni del Parco: Geraci Siculo, Collesano, Castelbuono, Isnello e Caltavuturo. Questa edizione si arricchisce di tante novità che trasformano la manifestazione in una grande officina dello sport in cui sarà possibile assistere e conoscere tecniche e segreti di alcuni professionisiti dello sport paraolimpico, grazie alla collaborazione con il Coni provinciale paraolimpico e la delegazione regionale Sicilia della federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali.

Momenti alternativi allo sport attraverso le ability journey, saranno invece dedicati alle Walk on Slow (passeggiate lente) per la riscoperta di tesori architettonici e la realizzazione di percorsi sensoriali a cura della Fondazione Villa delle Ginestre-Palermo, co-partner del progetto con l’Ente Parco delle Madonie. Tutti gli appuntamenti della manifestazione saranno, quindi, legati da un fil rouge, il rapporto tra lo sport e l’attività di percezione del corpo in movimento con la disabilità da una parte e dall’altra la capacità di osservare e conoscere lo spazio per cercare di rimuoverne gli ostacoli.

Le esibizioni sportive, riguarderanno nei vari comuni la corsa dell’integrazione “Segui La Carrozzina”, Scherma, tennis tavolo, basket, atletica leggera, calcio a 5 e tennis, ginnastica artistica, go-kart e hand bike. “Un limite è solo una barriera o un ostacolo insuperabile che nella vita quotidiana diventa però una sfida – dice il commissario straordinario del Parco Salvatore Caltagirone – Ma è l’azione di esplorare i propri limiti che conduce alla scoperta di territori vastissimi che idealmente albergano in ognuno di noi. Dall’altra, è pur vero che ciò che appare come un confine o semplicemente una linea terminale, si trasforma spesso in quello che ci consente di vivere la normalità seppure racchiusa in una forma diversa che si chiama disabilità. Quando il limite è condizione soggettiva per essere superato saranno i nostri pensieri e la nostra immaginazione, gli unici veri limiti alle nostre reali possibilità, al pari di quelle affermazioni rese da altri soggetti solo per cercare di rendere invisibile la capacità di fare e costruire Rete nel nostro territorio, nel tentativo di neutralizzare gli sforzi compiuti per dare risalto al proprio ego”.

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