Irregolarità nella gestione delle discariche? Il Ministero punta i riflettori su Castellana Sicula

Redazione

Politica

Irregolarità nella gestione delle discariche? Il Ministero punta i riflettori su Castellana Sicula
Il direttore AMA Santo Castagna "costretti a ricevere rifiuti da un'ordinanza regionale"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nelle settimane scorse il Ministero dell'Ambiente è tornato a puntare lo sguardo sulla gestione delle discariche in Sicilia. Il vertici della struttura amministrativa, con a capo il direttore generale Mariano Grillo, hanno inviato diverse lettere agli uffici della Regione al fine di verificare se siano state commesse delle irregolarità nella gestione dei rifiuti.  

In una di queste, inviata nei primi di agosto, e trasmessa per conoscenza anche all'autorità anticorruzione, si puntano i riflettori sul trattamento dell'immondizia nelle discariche di Lentini e Castellana Sicula.  

Proprio sulla discarica madonita di Balza di Cetta vengono sollevate preoccupanti perplessità. Tanto che il giornale “La Repubblica” nei giorni scorsi ha definito quella madonita come “punta dell'iceberg” di un sistema che continua ad alimentare dubbi nel dicastero guidato da Galletti. 

Autorizzati per 70 tonnellate giornaliere secondo i tecnici dell'ARPA la discarica madonita ne avrebbe trattati fino al 220 al giorno. Inoltre su una delle vasche è cresciuta vegetazione «oggi secca, che non garantisce la sicurezza dell’impianto dagli eventuali focolai di incendio». 

Il direttore dell'AMA Santo Castagna precisa come il dato sia esclusivamente frutto di una situazione di emergenza, derivante dal dovere di adeguarsi all'ordinanza emanata dal presidente della regione “Per far fronte all'emergenza verificatasi quest'estate in quasi tutta l'isola, la Regione ha emesso una ordinanza che prevedeva per alcune discariche, fra cui la nostra, un deposito temporaneo di rifiuti provenienti da altri comuni palermitani, non facenti parte dell'AMA. Siamo stati obbligati a riceverli. Ma, in ogni caso, non mi risulta che si sia mai arriavti ai numeri di cui si parla. I rifiuti per andare in discarica devono essere prima trattati meccanicamente, per separare la frazione secca da quella umida. La frazione secca può essere direttamente conferita in discarica mentre quella umida va biostabilizzata. In pratica viene posta sotto dei teloni per perde umidità. Raggiunto un certo indice può essere conferita” 

“Quelli successivi all'ordinanza del presidente della Regione sono stati giorni concitati – continua Castagna – sono arrivati a Castellana decine e decine di Camion al giorno per un deposito temporaneo che, per altro, si può fare solo per 48 ore, per poi riportarli a Bellolampo, una situazione priva di senso, con decine di compattatori che facevano avanti e indietro” 

La discarica di Balza di Cetta, in territorio di Castellana Sicula, gestita da Alte Madonie Ambiente, è autorizzata a trattare fino a 70 tonnellate di rifiuti al giorno ma i 13 comuni che fanno parte di AMA (San Mauro, Gangi, Geraci, le Petralie, Blufi, Bompietro, Alimena, Polizzi, Castellana, Caltavuturo, Valledolmo, Sclafani) ne producono molto meno, in genere non più di 25 tonnellate al giorno. Una condizione felice, ma che espone la discarica madonita a conferimenti provenienti da altre comunità ogni volta che in Sicilia si verifica un'emergenza. Per altro la scelta adottata questa estate dal governo regionale, che ha posto la discarica madonita in una condizione di emergenza, pare non aver risolto per nulla il problema legato all'emergenza rifiuti.  

In sostanza per accelerare i tempi di “sotterramento” dei rifiuti la Regione aveva stabilito in via straordinaria che l’immondizia poteva essere trattata per qualche giorno in meno, a patto però che la situazione venisse monitorata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Il 26 luglio l’Arpa scrive «il rifiuto nelle condizioni di trattamento previste non ha raggiunto alcuna biostabilizzazione» e che «visto che nei vari impianti sono state adottate le stesse condizioni di trattamento i risultati potrebbero essere del tutto analoghi a quelli riscontrati nell’impianto della Sicula Trasporti».

Insomma una soluzione improvvisata e dannosa che ha esposto le discariche siciliane, compresa quella di Castellana, ed elevati rischi ambientali. 

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