Verbumcaudo, un colpo di fucile sullo stemma della repubblica

Roberto Quattrocchi

Cronaca

Verbumcaudo, un colpo di fucile sullo stemma della repubblica
sfregiato il cartellone all'ingresso della masseria

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il cartellone all’ingresso del  vigneto del feudo di Verbumcaudo a Polizzi Generosa,  il terreno  confiscato alla mafia e acquisito dalla regione nel dicembre del 2011,  sfregiato da una pallottola che ha bruciacchiato l’effigie della Repubblica italiana, che nel cartellone sovrasta gli altri simboli, quelli della regione siciliana  e dei consorzi che dal 10 marzo 2014 gestiscono il vigneto “Placido Rizzotto”.

La denuncia è arrivata ieri mattina dal segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo, nel corso della conferenza stampa a conclusione delle quattro tappe del viaggio del camper della legalità della Cgil in Sicilia. Il bene, che comprende un vigneto sperimentale di 5 cinque ettari (collezione  del germoplasma viticolo siciliano) è stato affidato,  in attesa della costituzione del Consorzio “Legalità e sviluppo” delle Madonie, a tre cooperative, “Lavoro e non solo” di Corleone, la  “Placido Rizzotto” e  LA “Pio La Torre”  di Corleone.

A ricostruire quanto accaduto sono gli stessi rappresentanti sindacali che hanno reso noto l’accaduto. “I lavoratori delle cooperative due giorni fa, accompagnando l’agronomo di un ente regionale a una visita del vigneto,  hanno notato che il cartello che identifica il terreno come bene confiscato alla mafia era stato danneggiato, e bruciato,  da una pallottola esplosa. Un colpo mirato,  che ha centrato proprio lo stemma della Repubblica italiana.  Abbiamo presentato la denuncia ai carabinieri.

E oggi  è stato accertato che si tratta di un colpo di fucile  – dichiarano il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo e il responsabile della camera del Lavoro di Corleone Dino Paternostro –  Non sappiamo se si tratta o meno di un atto intimidatorio, della goliardata di qualcuno, di un  colpo partito dal fucile di un cacciatore o di un atto di stupidità. Aspettiamo di avere una risposta  dalle autorità.

Si tratta comunque di un danno e di un’offesa al simbolo della Repubblica italiana.  La Cgil non si lascia intimidire da questi atti. Saremo più che mai vigili  per difendere il lavoro come valore centrale della legalità”. Spetta ora agli organi inquirenti chiarire il movente dell’accaduto, bisognerà capire se si è trattato di un gesto isolato o se vuole essere un atto intimidatorio verso un segno di riscatto del territorio madonita

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