Geraci Siculo, restituiti i tesori del Monastero: il comitato vince la battaglia contro la Curia

Redazione

Cronaca

Geraci Siculo, restituiti i tesori del Monastero: il comitato vince la battaglia contro la Curia

27 Aprile 2017 - 19:28

“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”, la scritta che campeggia sulla facciata del Teatro Massimo di Palermo oggi è tutta per Geraci Siculo e per i suo cittadini.

Dopo una lunga battaglia tornano in paese i beni mobili, i paramenti, gli oggetti preziosi e i beni archivistici del monastero delle Benedettine chiuso due anni fa. A stabilirlo è un decreto del Dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana che ha così accolto la richiesta di un comitato cittadino firmata da oltre 700 persone.

I preziosi e i documenti erano stati portati via, su disposizione del vescovo di Cefalù, dopo la chiusura del convento dando origine ad un braccio di ferro, talvolta anche aspro, fra la curia e la comunità geracese che chiedeva a gran voce la restituzione di quel patrimonio “perché li custodisca a perenne memoria storica, come segno tangibile della presenza delle monache benedettine di clausura nel territorio montano delle Madonie”.

A seguito del decreto regionale beni e documenti dovranno essere “mantenuti in uso della chiesa e dei cittadini di Geraci Siculo”. Le opere “devono essere temporaneamente esposte nell’esistente Museo del tesoro della Chiesa Madre”. Il monastero delle Benedettine “Santa Caterina”, di “clausura papale”, era sorto intorno al 1492 ad opera di un gruppo di “donne ritirate”. Il vescovo ne ha deciso la soppressione nel 2015 perché ormai il convento ospitava ormai una sola monaca.

Esprime sincera soddisfazione il dirigente scolastico Pietro Attinasi, fra i principali animatori del movimento che, per circa una anno, si è battuto per il ritorno a Geraci di questo patrimonio: “se confrontiamo il testo della nostra Petizione con il dispositivo del decreto dipartimentale regionale, c’è una totale concordanza. Infatti noi chiedevamo che i Beni mobili, sacri, artistici, di arredamento, a prescindere dalla proprietà degli stessi, FEC o non FEC, rimanessero fruibili nel nostro paese. E così è stato. Per una volta, in tempi in cui la Regione di certo non brilla per popolarità, dobbiamo riconoscere che, adeguatamente sollecitata da un migliaio di cittadini, ha risposto positivamente alle aspettative. Cosa che non ha fatto lo Stato. La Prefettura di Palermo infatti e i due Ministri, dell’Interno e dei Beni Culturali, interrogati dall’on.Magda Culotta, non hanno dato a tutt’oggi alcuna risposta. Viva la Sicilia. Viva l’Autonomia Regionale.”

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