La rissa a Cefalù: “Vi racconto la verità di quella notte”

Redazione

Cronaca

La rissa a Cefalù: “Vi racconto la verità di quella notte”

11 Luglio 2017 - 18:18

Riceviamo e pubblichiamo la mail che ci ha inviato alla nostra redazione C.C. (nome volutamente non scritto) che racconta la notte della rissa avvenuta a Cefalù qualche giorno fa.

Buonasera,mi chiamo C. C. e sono una delle persone coinvolte purtroppo nella rissa di sabato sera. Per dovere di cronaca, vi racconto come si sono svolti i fatti. Un gruppo di amici (padri e madri di famiglia) hanno deciso di passare una piacevole serata in uno dei locali più esclusivi di Cefalù, prenotando un tavolo al privè, proprio per non voler essere coinvolti nella bolgia del sabato serata, quindi pagando un conto di 800 euro. Uscendo dalla discoteca siamo stati offesi verbalmente da uno dei buttafuori della stessa, senza alcun motivo reale, ma istigando alla lite gli uomini della comitiva. Dalle offese verbali si è passati alla rissa vera e propria nel quale sono state coinvolte anche le donne che si trovavano al fianco dei propri mariti cercando aiuto. Qui è “partita” la prima chiamata alle forze dell’ordine che purtroppo non sono arrivate in tempo, perché grazie ad uno dei ragazzi della sicurezza che ci conosce personalmente, la rissa è finita. In seguito giunti al bar della villa mentre consumavamo la nostra colazione sono nuovamente apparsi gli uomini della sicurezza della discoteca dove eravamo stati, accompagnati da altri colleghi di un’altra discoteca. Sono scesi dalle macchine come un vero e proprio plotone esecutivo, tutti schierati verso di noi. “Che fa un li fate chiù i scarti?”. Dopo queste parole cominciano a picchiare due uomini della comitiva, al primo fratturandogli il setto nasale e al secondo buttandolo a terra dopo un pugno sull’occhio, ancora con il cornetto in mano senza avere la possibilità di difendersi, hanno continuato, nonostante noi donne ci fossimo messe davanti per evitare che potesse succedere il peggio, siamo state spostate e spinte. Ho preso il cellulare e gridando ho chiamato nuovamente il 112. I militari si sono subito presentati. Ma purtroppo alcuni di loro sono scappati. Gli altri sono stati mandati in caserma per le deposizioni e la succesiva denuncia fatta da noi con referti medici che riportavano la gravità delle botte subite. Cosi si è conclusa una serata di padri e madri di famiglia che si volevano concedere una serata di svago. Grazie a Dio per questa volta tutti siamo tornati a casa scongiurando la tragedia, ma questi episodi sono diventati troppo frequenti e ogni sabato si scrive un ‘altra di queste pessime storie dove chi dovrebbe far mantenere l’ordine è causa di problemi.

C.C.

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