Cefalù, la rissa al Costa Ponente, individuata e arrestata la terza donna

Redazione

Cronaca

Cefalù, la rissa al Costa Ponente, individuata e arrestata la terza donna

08 Novembre 2017 - 12:58

E’ stata individuata e sottoposta agli arresti domiciliari dalla Polizia di Stato la terza donna che, lo scorso ferragosto presso il camping “Costa Ponente” a Mazzaforno, alle porte di Cefalù, provocò lesioni gravissime e permanenti ad un’anziana dopo una rissa che coinvolse più nuclei familiari per futili motivi. Com’è noto, alla vigilia dello scorso ferragosto all’interno di quel camping, tra i fumi di barbecue e schiamazzi, dopo un crescendo di screzi tra più nuclei familiari palermitani per futili motivi, la situazione degenerava e ad avere la peggio era una donna anziana che fu ricoverata d’urgenza presso l’ospedale “Giuseppe Giglio” di Cefalù, dove i sanitari constatarono lo spappolamento della milza e furono costretti ad asportarla.

Le prime indagini condotte dagli investigatori del Commissariato di Cefalù portarono il Pm della Procura di Termini Alessandro Macaluso a chiedere ed ottenere dal Gip Angela Lo Piparo gli arresti domiciliari per due delle tre donne che – secondo la ricostruzione dei fatti operata dai poliziotti – si erano rese responsabili dell’aggressione dell’anziana; si trattava di Rosalia Di Lorenzo, 32enne del quartiere Brancaccio a Palermo, e Monica Spanò, 37enne di Bagheria.

Oggi gli agenti del Commissariato sono giunti all’individuazione della terza protagonista dell’aggressione all’anziana, già invalida al 100%, la cui unica colpa era stata di intervenire in difesa della figlia che si era permessa di lamentarsi per il chiasso eccessivo. La terza donna sottoposta agli arresti domiciliari è Patrizia Pennino, 46enne del quartiere Oreto, che dopo l’aggressione, insieme alle altre due donne già identificate, si era allontanata dal camping con i familiari, cercando di eludere i poliziotti. Nella fuga, infatti, un familiare delle tre donne aveva anche staccato la targa anteriore del suo camper per evitare che potesse essere annotata da uno dei parenti della vittima ma ciò non era stato sufficiente ad impedire ai poliziotti di risalire sia al mezzo che ai suoi occupanti e procedere nei giorni successivi alle individuazioni fotografiche.

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