Cavani e Micoli, eroi rosanero. Quando il Palermo viaggiava ai piani altri della Serie A

Redazione

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Cavani e Micoli, eroi rosanero. Quando il Palermo viaggiava ai piani altri della Serie A

12 Dicembre 2018 - 17:27

C’era un tempo, neanche troppo lontano, nel quale lo stadio Renzo Barbera era scenario di grandi partite di un Palermo che viaggiava ai piani alti della classifica di Serie A e che faceva divertire il proprio pubblico. Nella seconda metà degli anni 2000, infatti, la società presieduta dal vulcanico Maurizio Zamparini, che ha da poco ceduto lo scettro del potere, fu una delle più virtuose del calcio italiano, anche grazie alle gerarchie destabilizzate dall’effetto Calciopoli. Dopo aver ottenuto due quinti posti consecutivi nelle stagioni 2005-06 e 2006-07 – nel corso della seconda aveva addirittura sfidato l’Inter per lo Scudetto durante i primi mesi del torneo – il Palermo si era stabilito nella classe medio – alta del campionato italiano, il tutto grazie all’ottimo lavoro della società e dei tecnici che si erano susseguiti, tra i quali spiccarono Francesco Guidolin e Davide Ballardini. In quegli anni il grande settore dello scouting rosanero, capeggiato da Rino Foschi, funzionava alla grande e sarebbe stato uno dei responsabili dei buoni piazzamenti dei rosanero.

Adesso che la squadra siciliana è in Serie B, campionato nel quale è comunque la grande favorita alla promozione secondo le quote sulle scommesse di calcio sempre più di moda, in molti sperano in un altro exploit per riprendere a giocare nello scenario più prestigioso del calcio italiano, che solo dieci anni fa vedeva i rosanero schierare una coppia d’attacco devastante. Stiamo parlando del duo formato da Fabrizio Miccoli ed Edinson Cavani, arrivato nel gennaio 2007 in Sicilia dopo che Foschi lo aveva soffiato nientemeno che al Real Madrid. In goal al suo esordio contro la Fiorentina con uno strepitoso tiro al volo, l’uruguayano attualmente in forza al Paris Saint Germain avrebbe faticato ad imporsi, fino a che nella stagione 2008-09 prima Stefano Colantuono e poi Davide Ballardini iniziarono a dargli fiducia, schierandolo appunto al fianco di Miccoli. Il piccolo attaccante pugliese, che a Palermo avrebbe vissuto una seconda giovinezza, si combinava perfettamente con l’alto e veloce centravanti sudamericano. Entrambi finirono la stagione con 14 reti realizzate in campionato, sebbene alla fine dei conti sarebbe stato Cavani il principale cannoniere dei siciliani con 15 goal in totale. Memorabile resterà per i tifosi la vittoria per 3 a 1 in casa contro il Milan nella quale andarono in goal Cavani, Miccoli, Fabio Simplicio e un Ronaldinho che assisteva mestamente alla debacle dei rossoneri schiacciati dalla forza d’urto del Palermo.

La stagione successiva Cavani avrebbe messo a segno soltanto 13 reti, mentre sarebbe stato Miccoli ad imporsi come capocannoniere rosanero con 22 reti in totale. Si trattò dell’ultima grande stagione del Palermo in Serie A, nella quale si registrò l’emozionante pareggio per 1 a 1 in casa contro l’Inter che sarebbe poi stata campione di tutto (con gol di Cavani) e uno strepitoso quinto posto finale che valse la qualificazione alla seguente edizione di Europa League. L’addio di Cavani, che avrebbe scritto la storia del Napoli, l’anno dopo, fu l’inizio del declino del Palermo, che adesso prova a ripartire dal suo pubblico e dal bomber Nestorovski per tornare sui grandi palcoscenici nazionali.

Foto Jimmy Baikovicius

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