Caro comune di Termini Imerese, se questa è informazione…

Roberto Chifari

Cronaca - L'editoriale

Caro comune di Termini Imerese, se questa è informazione…
Una riflessione sul mondo dell'informazione oggi

17 Settembre 2020 - 15:51

Arriva in redazione una mail dal comune di Termini Imerese. Una delle tante che arrivano ogni giorno nella nostra casella di posta elettronica e che noi utilizziamo anche per informarvi su quello che succede nei comuni del comprensorio madonita. Questa mail però, ci colpisce più delle altre. Due righe di testo non firmate, che abbiamo letto e riletto più volte, prima di giungere alla conclusione che la suddetta comunicazione, che viene spacciata per comunicato stampa, è stata scritta di suo pugno dal Conte Mascetti di Amici Miei “come se fosse antani”, insomma una supercazzola che vi riportiamo testualmente: “Da domani, superate alcune criticità e nella considerazione che l’approssimarsi della stagione autunnale comporta la diminuzione della luce naturale ed il consequenziale ritorno all’ora solare, sarà riattivata in tutta la Città l’illuminazione pubblica”. 

Bastava scrivere – se proprio fosse stato necessario – che “da domani sarà riattivata in tutta la Città l’illuminazione pubblica”. Chi ha bazzicato almeno una volta una redazione dovrebbe sapere che l’attacco di un pezzo dovrebbe avere le cinque W, ovvero le cinque domande a cui bisogna rispondere per dare un’informazione completa. In italiano sono: Chi? Come? Dove? Perché o cosa? Quando? Nessuna di questa informazioni c’era in quel comunicato, dove invece abbiamo trovato errori di sintassi. Tra le virgole una serie infinita di incidentali che chiamano in causa le criticità di non si sa che cosa, l’approssimarsi della stagione autunnale, la mancanza di luce naturale e il consequenziale ritorno all’ora solare. Nessuna informazione utile, su chi sta attuando l’attivazione della luce, con quale modalità, ma soprattutto dove, quali strade saranno interessate, per quanto tempo. Niente di tutto questo. Nessuna firma, nessun contatto telefonico, nessun allegato dell’ordinanza comunale. Niente. Sul sito ufficiale del comune di Termini Imerese, non c’è un cenno all’ufficio stampa. Non c’è un contatto a cui chiamare per avere ragguagli, c’è solo la lista dei numeri interni dei vari uffici e il numero del centralino.

Chi sta leggendo questo articolo starà pensando per quale motivo abbiamo deciso di scrivere un pezzo su un comunicato stampa scritto semplicemente male e su cui potremmo soprassedere. La risposta è semplice perché la nostra redazione, formata da giornalisti pubblicisti e professionisti, ha da tempo lanciato una campagna contro la sciatteria nel mondo dell’informazione fatta sempre più da persone con il tesserino e sempre meno da giornalisti con un pensiero critico, capaci di selezionare e mediare le notizie. In questo giornale non c’è spazio per questo tipo di informazione. Dall’altro lato c’è una legge (n°150/2000) che disciplina le attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni e che obbliga le amministrazioni ad avere un giornalista all’interno del suo organico. La realtà in Italia come sempre è ben diversa e parte da un’asssioma: le amministrazioni comunali non hanno soldi da investire nella comunicazione. Qualcuno pesca nel bacino dei dipendenti che hanno il tesserino e gli delega, oltre il lavoro quotidiano, anche quello di ufficio stampa; qualcun altro si firma i comunicati da solo e tempesta gli “amici giornalisti” di comunicati stampa su whatsapp; qualcun altro ti chiama e ti chiede mi passi questa notizia, tanto che ci vuole? Ovviamente non funziona così: ognuno dovrebbe fare il suo ruolo senza valicare confini che non gli competono: il sindaco fa il sindaco, i dipendenti hanno varie mansioni, il giornalista deve mediare, dare la giusta informazione all’esterno, deve promuovere le bellezze (artistiche, architettoniche, culturali, gastronomiche) del proprio territorio.  Invece, tutto questo non succede e siamo costretti ogni giorno a leggere questi comunicati che di stampa non hanno nulla e che assomigliano sempre più spesso alle veline.

 

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