Vaccinazioni anti Covid-19 a Petralia, scoppia il caso politico

Redazione

Cronaca - Polizzi Generosa

Vaccinazioni anti Covid-19 a Petralia, scoppia il caso politico
La vicenda approda in Consiglio Comunale a Polizzi Generosa dove sono arrivate anche le telecamere di "Non è l'Arena"

15 Gennaio 2021 - 18:19

Del presunto caso delle vaccinazioni “allegre” effettuato presso l’Ospedale di Petralia Sottana ne avevamo già parlato in questo articolo dello scorso 9 gennaio (leggi qui) ma, a distanza di una settimana le polemiche non sono ancora sopite ed anzi sembra che già domenica prossima la vicenda approderà sui canali nazionali, ed in particolare nel programma “Non è l’Arena” condotto su La7 da Massimo Giletti che, dopo il caso dei posti letto di terapia intensiva, tornerà a parlare dell’Ospedale di Petralia Sottana.

Ad accedere la miccia politica è stato un post su facebook, sicuramente poco avveduto dell’assessore e vice sindaco di Polizzi Angela Madonia: “Comunico in anteprima di aver fatto il vaccino anticovid, senza selfie. (anche il Sindaco ha fatto il vaccino). Così se mi vedrete circolare senza dispositivi o se dovessi avvicinarmi troppo a uno di voi … state sereni! Ai simpatici epidemiologi polizzani ricordo che stare a distanza di sicurezza di almeno un metro, consente di fare a meno della mascherina …” Una provocazione gratuita che espone il fianco dell’amministrazione agli attacchi dell’opposizione, che no tardano ad arrivare.

LA NOTA DEL GRUPPO MIGLIORIAMO POLIZZI

“ Ieri pomeriggio, sì è tenuto un consiglio straordinario in cui si sarebbe dovuto trattare un unico punto all’ordine del giorno: approvazione di una delibera finalizzata ad opporsi fortemente alla “individuazione sul territorio comunale di Petralia Sottana e Castellana Sicula di un sito per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti radioattivi”. Il nobile tema, tuttavia, non poteva restare l’unico oggetto della seduta. Gli articoli, apparsi su Live Sicilia e sul quotidiano “La repubblica”, in merito a presunte irregolarità commesse nella somministrazione dei vaccini e che hanno visto protagonisti i nostri amministratori, non potevano lasciarci indifferenti. Pertanto, sebbene inizialmente il Presidente del Consiglio avesse rifiutato la nostra richiesta di un momento riflessione, e sebbene il nostro capo gruppo -a seguito di questo diniego- abbia abbondonato per un breve momento l’aula, alla fine, si è riusciti ad ottenere un confronto. Ci si aspettava, o almeno si sperava, che fosse il Sindaco a confrontarsi con noi, a riferire all’inizio dei lavori consiliari qualcosa in merito agli articoli in questione, al di là della nostra richiesta; richiesta che, lo ribadiamo, inizialmente non era stata accolta. Noi consiglieri di minoranza, nella consapevolezza che il sistema di somministrazione dei vaccini ha mostrato delle falle nell’intero Paese, ci siamo sentiti in dovere di chiedere agli amministratori di riferire in consiglio sull’accaduto o quantomeno su quanto riportato dai giornali. Anche perché, essendo “cambiato il vento”, speravamo fortemente che Polizzi tornasse agli onori delle cronache per fatti ben più lieti e dei quali essere orgogliosi… Ci siamo dunque sentiti in dovere di manifestare il nostro rammarico nel constatare come negli ultimi mesi, nel nostro Paese, si sia sollevata l’asticella della tolleranza (si tollera molto di più) e si sia abbassata quella dell’indignazione (ci si indigna molto meno). Fino a qualche mese fa, si urlava a gran voce; adesso ,invece, solo silenzio. Siamo ben consci del fatto che le responsabilità, se ci saranno, verranno accertate in altre sedi ed i responsabili saranno chiamati a rispondere nei luoghi a questo deputati. Tuttavia, non potevamo esimerci dal fare politica. In quello che è il nostro Parlamento si fa’ politica e noi, consiglieri di minoranza, siamo portavoci di un dissenso che in questo Paese per fortuna non si è assopito. Il nostro compito era, ed è, quello di formulare domande e chiedere risposte. Il Sindaco non si è sottratto al dibattito: ha ammesso di aver compiuto una leggerezza; di essersi fidato; di essersi affidato. Ha ammesso poi che, quando si è vaccinato, non era a conoscenza dei protocolli che-in questa prima fase-escludono dalla vaccinazione soggetti diversi da quelli appartenenti alle “categorie a rischio”. Ed ancora, Noi consiglieri ci siamo sentiti in dovere di ricordare al Sindaco che, probabilmente, se non ci fosse stato il post dell’assessore con delega al ramo, la quale candidamente annunciava di essersi sottoposta insieme al primo cittadino al vaccino anti-covid, l’intera comunità avrebbe appreso la notizia solo dagli organi di stampa. Abbiamo evidenziato quanto gravi e pericolose siano le affermazioni dell’ assessore presenti in quel post. Gravi, in virtù del ruolo che la stessa è chiamata a svolgere, e Pericolose per l’intera comunità. Speriamo che l’assessore, nonché vicesindaco, Madonia si assuma le sue responsabilità ed agisca di conseguenza, senza attendere spiacevoli e, comunque giuste, formali richieste da parte nostra. Bene, amici, sappiatelo: noi Consiglieri siamo perfettamente consapevoli degli strumenti che la legge mette a disposizione per lo svolgimento della nostra attività, e li utilizzeremo tutti, statene certi. E siamo anche perfettamente consapevoli che la Politica si fa in quell’aula ed è lì che la faremo, stando sempre vigili ed attenti. Con un solo obiettivo da raggiungere quello che più di tutti ci sta a cuore: VOI.

Alle argomentazioni dell’opposizione risponde il sindaco Gandolfo Librizzi:

“Informo che lo scorso mercoledì pomeriggio mi ha intervistato una troupe di La7 per un servizio che andrà in onda domenica sera nella trasmissione condotta da Giletti “Non è l’Arena” sull’avvio del piano di vaccinazione attuato dal presidio sanitario del Distretto 35 di Petralia Sottana. Ho ringraziato per l’opportunità datami di dire la pura e semplice verità su come siano andate effettivamente le cose, almeno per quanto riguarda la parte che mi ha visto coinvolto.  Ho detto quel che ho poi doverosamente riferito ieri al Consiglio Comunale, senza sottrarmi a una legittima richiesta di chiarimenti formulata dal gruppo di minoranza. Tramite il mio vicesindaco, medico, sono stato informato e invitato dalla preposta autorità sanitaria del Distretto a recarmi presso il presidio ospedaliero per ricevere il vaccino.  Tale invito nasceva dalla necessità che aveva la struttura sanitaria di iniettare tutti i vaccini che gli erano stati destinati per quella giornata. Infatti, così come confermato dal direttore sanitario delle Madonie, i vaccini della Pfizer a causa della loro limitata efficacia temporale al di fuori dei frigoriferi che li mantengono ad una temperatura controllata di – 74 gradi dovevano essere utilizzati velocemente. Arrivati al presidio ospedaliero dopo l’attesa di qualche ora per la presenza anche di molte altre persone, sono stato ammesso senza che nessuno delle autorità sanitarie ed istituzionali presenti eccepisse alcuna contrarietà circa la mia presenza. Non avendo nascosto la mia qualifica di Sindaco (non avrei potuto) né avendola ostentata per accedere ad un “privilegio” che non avevo chiesto, ho ritenuto che ciò che si stava svolgendo era pienamente legittimo e in tale opinione mi sono confortato e confermato. Se così non fosse stato, non avrei esitato un solo momento ad allontanarmi. Date le premesse e il contesto, non mi sono quindi “infiltrato” per “sottrarre” il vaccino furbescamente saltando la fila. Ho semplicemente aderito alla richiesta dell’autorità sanitaria formulata in una situazione di emergenza pandemica e, di conseguenza, mi sono affidato all’istituzione e fidato di chi ha gestito e gestisce l’intera operazione. Per il contesto a cui ho assistito, ho ritenuto che tutto stava avvenendo nel rispetto delle scelte e delle modalità praticate in quel frangente da parte dell’Autorità sanitaria preposta. Scelte e modalità poi dichiarate dalla stessa Autorità sanitaria con l’intervista del 9 gennaio 2021 su Madoniepress del Responsabile del Servizio di Prevenzione Territoriale del Distretto Sanitario 35 di Petralia Sottana, a conferma di come è stato preordinato il piano delle vaccinazioni. Modalità di scelta e di gestione per le quali io – giustamente – non competo, ma a cui mi sono attenuto da fruitore in assoluta fiducia come qualsiasi altro cittadino lì presente. Se non ho parlato fino ad ora è perché la scelta verso chi rivolgere la somministrazione dei vaccini non è dipesa da me e quindi le risposte non possono venire da me. Ma negli ultimi giorni si sono scatenati commenti e dicerie circa un mio eventuale comportamento illegittimo e per questo motivo mi ritrovo, mio malgrado, a dover chiarire. Infine, al giornalista di La7, con il quale ci siamo intrattenuti poi su una più articolata discussione sul difficile momento attuale e sulle complesse e impellenti problematiche da affrontare quotidianamente da parte di tutte le istituzioni (difficoltà che possono generare anche qualche comprensibile défaillance e margini di errore nel sistema, come ampiamente documentato dalle cronache nazionali), ho consegnato anche le note che ho scritto in precedenza al responsabile del Distretto Sanitario 35 di Petralia Sottana (19 novembre e 30 dicembre 2020). Con dette note ho richiesto la riapertura dei servizi poliambulatoriali di base chiusi e ho rappresentato l’opportunità di richiamare i medici in pensione disponibili per sopperire alle molteplici carenze attuali così da aiutare a fronteggiare la crisi pandemica. Non essendomi sottratto a nessun’altra domanda o confronto, come era giusto e doveroso che facessi, ritengo di aver contribuito a fare chiarezza e che si sia capito che da parte mia non c’è stata alcuna malafede ma un aderire, su richiesta, a una scelta preordinata dalla competente autorità sanitaria. Penso, altresì, di aver permesso così a La7 di riportare e inquadrare i fatti nel giusto contesto affinché questa vicenda possa eventualmente servire per mettere meglio a punto le modalità organizzative atte a portare a termine efficacemente la campagna di vaccinazione. Infine, se, mio malgrado, ho toccato qualche sensibilità, chiedo scusa.

IL COMMENTO

La vicenda sembra destinata ad approdare in Tribunale come annunciato già da un senatore del Movimento 5 Stelle. In quella sede verrà fatta chiarezza su una vicenda che, per quanto spiegata dal responsabile del locale servizio di prevenzione Mariano Di Gangi, ha ancora dei contorni poco chiari: La scelta di somministrare i vaccini residui a farmacisti, medici in pensione, forze dell’ordine, è stata rigorosa o ci sono state altre “invasioni di campo”. Quello del sindaco Librizzi è un caso isolato, ascrivibile ad un “eccesso di premure” del suo vice sindaco (medico dell’Ospedale di Petralia Sottana da poco in pensione) o anche altri soggetti, estranei alle categoria sopra indicate, sono stati vaccinati? Se sì, per costoro è stato adottato un criterio o sono semplicemente stati, per così dire, più “fortunati”. Se così fosse, fermo restando il fatto che i vaccini è meglio somministrarli che buttarli via, la candida scelta fatta presso il centro vaccinazioni di Petralia potrebbe presentare qualche macchia da lavare e non ripetere.

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