Voto connection, si sgonfia il maxiprocesso: 18 rinvii a giudizio

Michele Ferraro

Senza categoria - Ieri la decisione del GUP

Voto connection, si sgonfia il maxiprocesso: 18 rinvii a giudizio
Ferrarello porta con sé a processo altre 4 persone. Assolto il sindaco di Gangi Migliazzo e l'ex assessore di Termini Imerese Bellavia

18 Giugno 2021 - 11:51

All’inizio a finire sotto l’occhio del ciclone dell’operazione Voto Connection, la più grande inchiesta regionale sul voto di scambio, erano state più di 90 persone. Dopo l’esame del GIP le richieste di rinvio a giudizio sono scese a 87. Ieri la lettura del dispositivo da parte del Giudice per l’udienza preliminare Valeria Gioeli ha di fatto cancellato quasi del tutto la parte del processo legata alle varie ipotesi di voto di scambio rinviando a giudizio “solo” 18 indagati.

Per Giuseppe Ferrarello, ex sindaco di Gangi, è stato archiviato il capo d’imputazione relativo al voto di scambio ma rimane in piedi quello relativo alla frode elettorale.

Nota la vicenda del politico madonita recordman di preferenze alle elezioni regionali del 2017 che dovrà affrontare il processo penale per aver contattato telefonicamente, durante le operazioni di spoglio, i presidenti di seggio di due sezioni elettorali del Comune di Gangi. Vicenda per la quale andranno a processo altre 4 persone, anche loro accusate di frode elettorale: il presidente della sezione elettorale n. 3 Antonio Placenti, la vice presidente della sezione elettorale n. 3 Salvatrice Ferraro, la vice presidente di seggio della sezione elettorale n. 2 Barbara Stillitti ed il rappresentante della lista “Arcipelago Sicilia” Santo Barreca. Ha scelto invece il rito abbreviato la presidente della sezione elettorale n. 2  Natalia Andaloro. Il processo è solo all’inizio e ciascuno ora avrà il diritto di mostrare al giudice tutti gli elementi necessari per ottenere un’assoluzione. Ma il tanto aspirato decreto di  archiviazione non è arrivato.

Decreto di non luogo a procedere che invece è arrivato per il sindaco di Gangi Francesco Paolo Migliazzo  e per gli altri componenti dei due seggi elettorali: Santina Giaconia, Carmela Russo, Annalisa Semola, Giuseppina La Placa, Maurizio Nasello, Emanuele Nasello, Antonio Spitale, Roberto Quattrocchi e Fabio Salerno. Per tutti l’archiviazione è stata disposta “per non aver commesso il fatto”.

Il processo sulla frode elettorale, che continuerà davanti la Procura della Repubblica di Termini Imerese, nasce dall’accusa mossa contro Giuseppe Ferrarello che, durante lo scrutinio, sarebbe entrato in contattato con il presidente di seggio della sezione 3 e con un rappresentante di lista della sezione 2 in merito a circa 50 voti che stavano per essere contestati. Ferrarello chiuse la campagna elettorale con una straordinaria affermazione: 9.222 voti, ma il flop della lista Arcipelago Sicilia non gli consentì di ottenere il seggio all’Ars. Dopo la “beffa” il “danno”. Ma l’ex sindaco raggiunto al telefono è sereno: “Sono soddisfatto per l’archiviazione ottenuta per il principale capo di imputazione. Per la vicenda dello scrutinio mi sono sempre dichiarato estraneo ai fatti.  Ho piena fiducia nella magistratura e sono convinto che per me e per gli altri la vicenda si risolverà con una piena assoluzione”.

Prosciolti praticamente tutti gli altri “big” tra cui l’assessore regionale al Territorio e ambiente Toto Cordaro, il capogruppo all’Ars di “Diventerà Bellissima” Alessandro Aricò, il deputato regionale Mario Caputo e il fratello Salvino, il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, l’ex sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta, l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, la preside Maria Bellavia, eletta alle scorse comunali di Termini Imerese, nominata assessore e dimessasi a seguito dell’inchiesta.

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