Castelbuono, l’acqua del fiume Vicaretto nella rete comunale: “Ma è buona”?

Redazione

Cronaca

Castelbuono, l’acqua del fiume Vicaretto nella rete comunale: “Ma è buona”?

10 Ottobre 2017 - 12:25

Avrà strascichi legali una situazione “assurda” che ha coinvolto il sindaco di Castelbuono Mario Cicero. Il 28 settembre scorso, durante il consiglio comunale, il Primo Cittadino, rispondendo ad un’interrogazione del gruppo Castelbuono in Comune, ha fatto sapere che, per affrontare la crisi idrica che ha colpito il comprensorio, “per tutta l’estate è stata prelevata l’acqua del fiume Vicaretto, in contrada Gonato, e immessa nella rete idrica comunale”. Più precisamente, l’acqua del fiume viene prelevata direttamente con dei tubi da una vasca in cui si raccoglie e tramite dei motori, chiusi dentro una piccola costruzione, viene pompata verso il serbatoio di Centomasi.

Il Sindaco ha precisato che “l’acqua è buona… anzi buonissima” e che, prima di essere immessa nella rete, passa attraverso dei potabilizzatori. Nell’interrogazione, si chiedeva anche di poter prendere visione delle analisi chimico-fisico-batteriologiche che l’ente comunale è tenuto periodicamente ad effettuare e, in particolare, di quelle relative al periodo del prelievo di acqua di fiume. Non avendo ricevuto risposta in tal senso, il gruppo consiliare Castelbuono in Comune si è rivolto agli uffici comunali competenti, apprendendo che le ultime analisi effettuate risalirebbero ad un periodo antecedente l’appresamento.

“Ci dispiace constatare – dice il gruppo consiliare – che i cittadini hanno utilizzato e bevuto un’acqua di cui non si conosce, ad oggi, l’effettiva salubrità e, oltretutto, in violazione delle più elementari norme sulla sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Per questo chiediamo se sono state richieste ed acquisite tutte le necessarie autorizzazioni all’appresamento previste dalla legge, a garanzia della salute dei cittadini;  se l’acqua appresata da un fiume abbia “una qualità tale da non avere conseguenze sulla salute di chi la beve e sulla salubrità del prodotto alimentare finale”. Ricordiamo che, nella primavera del corrente anno, è emersa tutta la problematica di come l’utilizzo di sorgenti relativamente superficiali esponga anche l’acqua di sorgente alla contaminazione dovuta alle deiezioni animali. L’acqua di una sorgente tuttavia, per quanto superficiale, deriva dall’azione di filtro operata dalle rocce permeabili attraverso cui scorre, per andare ad alimentare l’acquifero. Al contrario l’acqua di un fiume è totalmente esposta e, quindi, suscettibile di qualsivoglia tipo di inquinamento, come può essere quello chimico o la contaminazione dovuta a escrementi o ad animali morti in putrefazione; se si conosce il significato del termine “potabilizzatore” perché, per quanto è dato sapere, il Comune dispone di filtri e non di potabilizzatori. Non si capisce infatti perché, se il Sindaco è così sicuro del buon funzionamento degli strumenti che sarebbero posti all’interno della costruzione contenente i motori, è necessario “correre a staccare i tubi dalla vasca” in caso di pioggia, come da lui dichiarato in Consiglio comunale. Se un filtro non riesce a trattenere le particelle di terreno, ci chiediamo come possa bloccare eventuali batteri fecali o agenti chimici inquinanti, chiaramente di dimensioni molto più piccole”.

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