“La Cephaledium la squadra satellite del Palermo nelle Madonie”

Redazione

Sport - Cefalù

“La Cephaledium la squadra satellite del Palermo nelle Madonie”
Anche il presidente Giuseppe Barranco sposa questo progetto

30 Giugno 2019 - 13:35

Visto i disastrosi avvenimenti occorsi al Palermo nel corso di questi giorni, il presidente Giuseppe Barranco della Cephaledium, dopo aver riflettuto sulle dichiarazioni della Parmonval, ha sposato questo progetto e si è fatto avanti con il desiderio di far diventare la Cephaledium la squadra satellite dei rosanero nelle Madonie.

Una squadra blasonata come il Palermo non merita questa fine e, soprattutto, che una tifoseria così calda come quella del nostro capoluogo debba subire l’ennesima ingiustizia – dice Barranco – Sono a conoscenza del fatto che ci sono già altri imprenditori che vogliono acquistare il Palermo e portarlo nelle categorie che merita, ma Palermo ha veramente bisogno di altri soggetti che vengono qui solo per arricchirsi e poi abbandonare la squadra”?

Sensi, Zamparini, gente che è venuta a Palermo solo con lo scopo di aumentare i propri introiti e, dopo aver spremuto a dovere il frutto, scappare via lasciando la squadra con ferite insanabili e, dopo quest’ultima, con lo spettro del ritorno al calcio dilettantistico – prosegue il numero 1 della Cephaledium – Il cuore dei tifosi è un qualcosa che non va sfruttato per le proprie economie: lo sport è passione, è vita e c’è chi questo, soprattutto a Palermo, non lo ha mai capito. E’ giunto il momento di dire basta a tutto questo, è giunto il momento di ridare il Palermo ai picciotti.
Così come la Parmonval, anche la Cephaledium si mette a disposizione per costituire un azionato popolare per far sì che la squadra siciliana più blasonata rimanga proprietà del popolo”.

“Il mio desiderio è quello di mettere insieme uomini che hanno fatto tanto per il calcio palermitano come Edy Tamajo, Gaetano Vasari, i fratelli Tedesco, Leandro Rianaudo, Giampiero Clemente e tutti coloro che hanno contribuito al calcio palermitano e siciliano, creando una società che abbia veramente a cuore lo sport, con un presidente eletto ogni due anni e con la società concentrata a valorizzare i propri giovani – conclude Barranco – La vera rivoluzione calcistica non parte dai ricchi imprenditori del nord o esteri che vogliono investire per arricchirsi, ma da chi ha veramente a cuore la propria città”.

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